Strage dei braccianti, il corteo dei «berretti rossi» giunto a Foggia

«Basta morti sul lavoro», «schiavi mai». Sono alcuni degli slogan che accompagnano l’avanzare della "marcia dei berretti rossi», partita questa matti

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«Basta morti sul lavoro», «schiavi mai». Sono alcuni degli slogan che accompagnano l’avanzare della “marcia dei berretti rossi», partita questa mattina da San Severo e diretta a Foggia contro lo sfruttamento della manodopera in agricoltura. La manifestazione, organizzata dall’Usb, precede di qualche ora una seconda iniziativa che si terrà nel pomeriggio a Foggia, alla quale hanno aderito Cgil, Cisl e Uil e diverse associazioni, per ricordare i 16 braccianti morti negli ultimi giorni sulle strade del Foggiano in due analoghi incidenti stradali.

Alla marcia di questa mattina partecipano numerosi migranti che indossano gli stessi berretti rossi che usavano per proteggersi dal sole cocente «mentre raccoglievano i pomodori nei campi per la vergognosa paga di un euro al quintale», i loro quattro compagni di lavoro morti nell’incidente di sabato scorso sulla provinciale 105 mentre tornavano dai campi. La marcia è partita dall’ex ghetto di Rignano, nel comune di San Severo, e si concluderà davanti alla prefettura di Foggia.

ANCHE EMILIANO ALLA MARCIA – Anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, partecipa alla marcia dei berretti rossi che è in corso a Foggia contro lo sfruttamento dei braccianti e la rivendicazione di diritti minimi in agricoltura. «Questa è una battaglia di tutto il Paese – ha detto Emiliano – e anche della Puglia». Perché, ha aggiunto, condizioni di sfruttamento si verificano in tutta Italia.
La marcia, cominciata in concomitanza con uno sciopero proclamato per tutta la giornata, è partita da San Severo, nella zona del ex ghetto di Rignano, ed è ora alla periferia di Foggia e si dirige verso il centro cittadino dove raggiungerà il palazzo della Prefettura.

SILENZIO PER MARCINELLE –  Il corteo dei berretti rossi contro lo sfruttamento dei braccianti è giunto davanti alla prefettura di Foggia dove centinaia di migranti, sostenuti anche dai cittadini e associazioni, si sono radunati in attesa che una loro delegazione venga ricevuta dal prefetto. All’arrivo è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare i 16 morti nei due incidenti stradali avvenuti negli ultimi giorni sulle strade foggiane e «per ricordare tutti i caduti sul lavoro».

«Osserviamo un minuto di silenzio per tutti braccianti, uomini e donne di qualsiasi settore lavorativo, che sono morti – ha detto Aboubakar Soumahoro, sindacalista italo-ivoriano che guida la manifestazione – e ricordiamo anche quei lavoratori che 62 anni fa morirono nelle miniere del Belgio». «Noi lottiamo per difendere questa memoria – ha aggiunto – a Marcinelle morirono operai costretti a scappare dall’Italia, come oggi muoiono senza sicurezza altri lavoratori schiavizzati». «Quelli di Marcinelle e quelli di oggi lottavano per la vita e per lavoro, per le loro famiglie, per il loro futuro e scappavano dal loro paese. Partiamo con la memoria nella terra di Di Vittorio, dove gli sfruttatori di ieri sono come gli sfruttatori di oggi».

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