In arrivo un tsunami di contravvenzioni

Nel 2016, in quest’anno corrente dunque, i proventi delle contravvenzioni dovranno più che triplicare: dovranno infatti passare dai 785mila euro regis

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Nel 2016, in quest’anno corrente dunque, i proventi delle contravvenzioni dovranno più che triplicare: dovranno infatti passare dai 785mila euro registrati nel 2015, ai 2 milioni e 580 mila euro, con un incremento di ben un milione e 795 mila euro. E’ scritto nel bilancio di previsione del Comune di Manfredonia 2016-2018 approvato dalla maggioranza che supporta l’amministrazione Riccardi/bis e presentato dall’assessore al bilancio Rinaldi/bis.
E’ probabile che ben pochi cittadini si siano accorti di quel numero, fra i tanti, scritto lì non certo a caso (ma sarebbe estremamente interessante sapere con quali criteri è stato calcolato), ma giusto per far quadrare il totale di quel capitolo delle entrate. E dunque si siano resi conto della mannaia preparata e posta in agguato delle sempre più spremute tasche della gente. Una tassa occulta in tutti i sensi che si abbatterà ad ogni piè sospinto. Un tsunami di contravvenzioni. Il mandato è questo.
Un balzello che sarebbe passato inosservato dalla stessa assemblea consiliare se ad agitare il campanello d’allarme per quel dato inquietante che pare più simile ad un agguato tributario ai danni dei cittadini, il consigliere di Manfredonia nuova, Italo Magno nel denunciare <le tante aleatorietà che non depongono bene sulla serietà di tutto l’impianto del bilancio> richiamando il giudizio fortemente censorio dei revisori dei conti.
Ma quella innanzi evidenziata non è di certo l’unica chicca avvelenata che riserva il bilancio di previsione presentato dall’amministrazione che regge il governo della città. Anche i consiglieri del Movimneto5 stelle e FI, ne hanno estrapolate alcune non esaustive ma certamente significative di un modo di (dis)amministrare – hanno rilevato – lontano dalla realtà, dalle esigenze della popolazione, da quelle prospettive di sviluppo che da anni si attendono inutilmente. I bilanci comunali, specchio dell’attività degli amministratori, si susseguono in progressione gattopardiana, si rimescolano i numeri per nascondere i mancati cambiamenti. Con tanti saluti alla trasparenza.
Purtroppo quei documenti contabili rimangono appannaggio – è la considerazione di quanti vorrebbero conoscerne di più – degli addetti ai lavori, vale a dire amministratori e dirigenti comunali. Gli uni e gli altri usciti con le ossa rotte, come si suol dire, dagli esami cui sono stati sottoposti dall’organo dei revisori, esperti cioè nell’analisi della contabilità amministrativa interfaccia di quella politica della conduzione dell’ente.
In altre circostanze, allorquando prevalente era il senso della dignità e della responsabilità, si sarebbe ricorso parecchio al termine “dimissioni”. Al contrario, oggi sindaco e assessori non si spostano di un capello dai rispettivi scranni, anzi gratificano la dirigenza comunale con “premi di produttività” che non hanno alcuna ragion d’essere. Sono somme, anche consistenti, che potrebbero benissimo essere impiegate per alleggerire qualcuna delle tanti voci contabili in affanno, tipo per esempio quella dei “proventi da contravvenzioni”. Un capitolo che potrebbe essere impinguato dagli stessi amministratori comunali (ma il discorso può valere anche per dirigenti di altri enti partecipati) se decidessero, così come la gente reclama da tanto, di ridursi i rispettivi stipendi per lasciarli nelle casse comunali sempre più vuote, evitando di dissanguare sempre e unicamente il povero contribuente.
Michele Apollonio

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