Allarme Istat: nel 2050 rischio 5 milioni di italiani in meno

Se non verrà invertita la rotta della natalità con misure strutturali nel 2050 l’Italia avrà 5 milioni di abitanti in meno: solo poco più di una per

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CHIUSURA DEGLI UFFICI DI CURIA

(foto imagoeconomica)

Se non verrà invertita la rotta della natalità con misure strutturali nel 2050 l’Italia avrà 5 milioni di abitanti in meno: solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con un 52% di persone tra i 20-66 anni che dovrebbero provvedere sia alla cura e alla formazione delle persone sotto i venti anni (16%), sia alla produzione di adeguate risorse per il mantenimento e l’assistenza ai pensionati (32%). In questo quadro le nascite annue potrebbero scendere nel 2050 a 298 mila unità. Sono alcuni dei dati Istat illustrati dal presidente Gian Carlo Blangiardo, intervenuto agli Stati Generali della Natalità, in corso all’Auditorium Conciliazione di Roma. Anche il Papa ha invocato «politiche concrete per rilanciare natalità e famiglia».

Blangiardo, l’obiettivo è almeno 500 mila nati in 10 anni

«Si era detto l’obiettivo di almeno 500mila nati – ha ricordato Blangiardo -. Nelle nostre previsioni noi questo obiettivo, se andiamo a guardare le tendenze, lo potremo raggiungere nell’arco di 40/50 anni. Il vero sforzo è arrivare a questo risultato in tempi decisamente più ravvicinati. Dobbiamo lavorare per rialzare i livelli di fecondità in modo tale che si possa arrivare a questo risultato nell’arco di dieci anni. Sarebbe già un buon risultato».

Mattarella, calo natalità preoccupa, tutelare la famiglia

In un messaggio inviato al Presidente della Fondazione per la Natalità e del Forum delle Associazioni Familiari, Gianluigi De Palo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha posto l’accento sul fatto che «la accentuata diminuzione della natalità rappresenta uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee e segnala una difficoltà» e dunque occorre «assumere con determinazione l’obiettivo di affrontare la crisi della struttura demografica del Paese», favorendo la «famiglia e l’adempimento dei relativi compiti» come «prescrive l’art.31 della Costituzione, che ci richiama, conseguentemente, alla tutela della maternità, dell’infanzia e della gioventù».

«Le misure del Family Act meritano di essere rese esecutive con rapidità»

«La struttura demografica del Paese soffre di gravi squilibri che incidono in modo significativo sullo sviluppo della nostra società», ha aggiunto il presidente della Repubblica. «Un fenomeno – ha evidenziato Mattarella – accentuatosi con la pandemia e che ha generato nuove disuguaglianze e una diffusa precarietà che scoraggia i giovani nella costruzione di una famiglia. Le azioni previste nell’ambito della legge delega 32/2022 (il cosiddetto Family Act, ndr, recentemente approvata dal Parlamento, meritano di essere rapidamente rese esecutive, per contribuire alla ripartenza del Paese». Per il Capo dello Stato «occorre insistere nel perseguire condizioni che consentano alle giovani generazioni di costruire il proprio futuro e, in questo senso, va garantita piena dignità ai giovani, alle donne, alle famiglie». Le «istituzioni a tutti i livelli» hanno la «responsabilità», ha concluso Mattarella, di tutelare «la maternità, l’infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo».

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