Addio a Raffaele Gramazio, ‘memoria storica’ del Comune

Se ne è andato in punta di piedi, quasi come non volesse dar fastidio a nessuno. Perché lui era così: tranquillo ed educato, con la parola giusta al m

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Se ne è andato in punta di piedi, quasi come non volesse dar fastidio a nessuno. Perché lui era così: tranquillo ed educato, con la parola giusta al momento giusto e la battuta sempre pronta.

Raffaele Gramazio, dipendente comunale in pensione, non era un semplice usciere, ma il custode del Comune. Era considerato la memoria storica di palazzo San Domenico: conosceva sindaci, impiegati e dirigenti, e di ogni documento sapeva esattamente dire dove si trovava; si divertiva a raccontare spassosi aneddoti su quanto accadeva nelle stanze dei bottoni, adirandosi quando si trattava di magagne di cui era venuto a conoscenza o lasciando tutti a bocca aperta quando raccontava di tresche amorose clandestine, pur mantenendo, da vero gentiluomo d’altri tempi, sempre il riserbo sui birbanti protagonisti.

Oltre al cuore d’oro, aveva anche le mani d’oro. Da giovane era stato falegname, un mestiere appreso in famiglia, quella dei mastrcarrir a cui orgogliosamente apparteneva.

“Il mio hobby è prestarmi agli altri”, disse una volta descrivendo se stesso a suo figlio Pio, che alle elementari doveva svolgere un compito sul suo papà. Ma cosa voleva dire?! Pio se lo chiese per anni, finché crescendo non trovò la risposta negli occhi delle tante persone con cui il padre continuamente si metteva a disposizione, prodigandosi in mille modi, sempre col sorriso sulle labbra.

Oggi Raffaele, ottant’anni compiuti da poco, se n’è andato lasciando sgomenti la moglie Michelina, i figli Michele, Antonio Pio, Donato e Giovanna ed i nipoti. Una grande ed unita famiglia che immensamente lo ha amato, affranta di non essergli potuta stare accanto per l’ultimo saluto.

Stringendoci nel dolore dei familiari, in suo ricordo la poesia che uno dei compagni di una vita gli dedicò qualche anno fa, accompagnando la foto più cara a Raffaele, quella in divisa da usciere nel Comune. Il ‘suo’ Comune.

Così seduto,
con lo sguardo sperduto,
sembri un bravissimo soggetto
solare e corretto.
Nascondi forse qualche difetto?
Compagno di mille avventure,
di innumerevoli viaggi,
di grandi sfide,
col tuo ingenuo sorriso,
ti sei già guadagnato il PARADISO.
(Il poeta anonimo)

di Maria Teresa Valente

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