PRENCIPE: "NESSUNA DELEGITTIMAZIONE PERSONALE"

I toni ed il contenuto dell’ultima esternazione del Sindaco in ordine alla propria decisione di non accettare un confronto diretto “con chi fa della

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I toni ed il contenuto dell’ultima esternazione del Sindaco in ordine alla propria decisione di non accettare un confronto diretto “con chi fa della  delegittimazione personale uno strumento di lotta politica” mi obbliga ad un chiarimento che spero metta fine ad una polemica dannosa oltre che inutile.

Credo che mi si debba dare atto di aver improntato la campagna elettorale delle primarie sulle motivazioni della mia scelta e sui temi dai quali ripartire per la costruzione di un nuovo progetto per la città: la scuola, il lavoro, la cultura, i servizi sociali, le politiche giovanili … ai quali stiamo dedicando altrettanti cantieri di ascolto, di confronto  e di elaborazione di proposte concrete, che potranno essere utili a chiunque vinca le primarie.

Così ho fatto anche  nella presentazione della mia candidatura alla città e nelle tante interviste rilasciate agli organi di stampa, nelle quali ho cercato di porre piuttosto l’accento sui problemi della città e non di chi la governa, esprimendomi con toni in alcuni casi anche troppo cauti (e come tali criticati dall’altra parte, come se non avessimo argomenti), non fosse altro che per l’imbarazzo di parlare pubblicamente in termini critici dell’operato di un’amministrazione guidata da un sindaco dello stesso mio partito e di cui si conoscono anche  pregi e qualità.

Di certo, a nessuno dei contendenti possono essere imputate le dichiarazioni di altri né soprattutto il diluvio di insulti che quotidianamente ci vengono vomitati addosso sui social network da persone che si nascondono dietro un anonimato  di comodo ( che in alcuni casi tanto anonimi non sono-vedi i profili “Angelo biondo” e “ Angelo verde”, e quelli che ne hanno ereditato i contenuti), ai quali andrebbe comunque detto di comune intesa di darsi una calmata.

Il Sindaco però mi imputa ugualmente di volerlo  delegittimare perché avrei tappezzato la mia sede elettorale con “giornali riportanti notizie infamanti “ sul suo conto.

A tal riguardo è’ il caso precisare che si tratta di una bacheca sulla quale viene fatta la rassegna stampa con gli articoli man mano pubblicati ed il caso ha voluto che la domenica dell’inaugurazione vi fosse affissa la copia di un articolo di quattro pagine a colori, dallo spiacevole titolo “Rottamate quel sindaco”, pubblicato dal un settimanale a diffusione nazionale, “OGGI”, regalato come inserto della Gazzetta del Mezzogiorno il sabato precedente e che, su una cartina dell’Italia, riportava a varie latitudini i sindaci che a dire dello stesso  giornale andavano rottamati,  con tanto di foto e di motivo.

Nei giorni successivi l’articolo è stato tolto dalla bacheca, per altro di piccole dimensioni, per fare posto a quelli dei giorni successivi.

Da qui a dire che faccio della delegittimazione un’arma del confronto politico ce ne vuole.  Del resto,  l’avergli chiesto di restare in carica anche dopo l’eventuale sconfitta alle primarie ha un significato diametralmente opposto.

La mia opinione, non certo strumentale, era e resta quella dell’ inopportunità della sua ricandidatura in attesa che si chiarisse la vicenda giudiziaria che lo riguarda e ciò per la gravità dei fatti e dei reati contestatigli, che non possono in alcun modo essere rubricati a questioni personali (non lo è di certo il peculato, e nemmeno la corruzione ed il falso ideologico), perché chi rappresenta le istituzioni ai massimi livelli deve dar conto ai propri cittadini sia dei fatti che dei comportamenti che li riguardano quando questi assumono comunque una rilevanza pubblica e mettono a rischio non solo la sua credibilità ma anche quella dell’istituzione che rappresenta.

Ciò detto, non condivido ma rispetto la sua decisione di volersi dimettere in caso di eventuale sconfitta alle primarie così come la sua volontà di non accettare confronti pubblici, e non vi insisterò più, ma non tollero che tali decisioni vengano attribuite alla mia responsabilità anziché a quella di chi tali decisioni ha assunto.

 

Gaetano Prencipe
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