Schiuma biancastra e pantani putridi e maleodoranti: “Così si avvelena il Torrente Carapelle”

“Va avanti così, da anni. E’ una situazione che ho segnalato a tutti, con pec ed esposti formali, ma nessuno interviene”. Il 68enne Antonio Di Tuc

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Schiuma nel torrente Carapelle, la denuncia degli ambientalisti:  sversamenti ripetuti

“Va avanti così, da anni. E’ una situazione che ho segnalato a tutti, con pec ed esposti formali, ma nessuno interviene”. Il 68enne Antonio Di Tuccio, però, non si arrende. E porta avanti, in solitaria, la sua battaglia contro l’inquinamento delle acque che confluiscono nel torrente Carapelle.

“Monitoro la situazione da anni. E posso dire che, puntualmente, con l’arrivo del fine settimana, viene sversata una sostanza verosimilmente inquinante, che crea una patina bianca e maleodorante. La puzza è tremenda”, aggiunge. “Nelle giornate di vento arriva anche in paese”.

Una situazione che Di Tuccio ha documentato nel tempo attraverso foto e video, e denunciato con un esposto formale inviato alla Procura di Foggia, ma anche con posta certificata inviata alle articolazioni preposte dell’Arma dei Carabinieri, Polizia Locale, Comune ed enti che si occupano della salute pubblica.

Le sue denunce sono dettagliate e localizzano la fonte del presunto reato ambientale: “In località Ponte Bonifica, lungo la strada provinciale che collega il comune di Carapelle a quello di Ordona, sotto al cavalcavia della strada statale 16, esiste uno scarico presumibilmente illecito proveniente da un insediamento sconosciuto che riversa, in un canale che proviene da Orta Nova e confluisce nel torrente Carapelle, sostanze che si presume siano inquinanti vista la presenza di schiuma biancastra, pantani di acque putride e fortemente maleodoranti”, si legge nelle carte.

La segnalazione, spiega, è finalizzata “a compiere accertamenti istituzionalmente demandati ai sensi del Testo Unico D.Lgs. n. 152/2006 nonché alle leggi Regionali e sanitarie, per verificare la provenienza e la eventuale regolarità di tale scarico, sia in relazione al provvedimento di autorizzazione, sia in relazione al rispetto dei parametri di immissione di sostanze inquinanti stabilite nelle tabelle allagate alla legge”.

Ad oggi, nonostante le reiterate richieste, nulla sembra essere stato fatto. E con l’arrivo del fine settimana la schiuma bianca torna a pelo d’acqua: “Cos’è quella sostanza?” si chiede Di Tuccio. “Così si avvelena tutto. Non ci rendiamo conto che stiamo distruggendo l’ambiente”, conclude.

 

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