Liste d’attesa, pronti 30 milioni di euro ma potrebbero non bastare: “Soldi tutti alla sanità privata

Le risorse aggiuntive per la riduzione delle liste d'attesa potrebbero non essere la risoluzione al problema. È quanto sostengono in una nota cong

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Le risorse aggiuntive per la riduzione delle liste d’attesa potrebbero non essere la risoluzione al problema. È quanto sostengono in una nota congiunta i consiglieri regionali del Pd Ciliento, Lopalco, Parchitelli, Di Gregorio e Mazzarano, intervenuti in Commissione Sanità sull’utilizzo di risorse pari a 30 milioni di euro per la riduzione delle liste d’attesa. Presenti all’audizione l’assessore alla Aanità Rocco Palese, il direttore del Dipartimento salute Vito Montanaro e i direttori sanitari delle Asl provinciali (assenti la sola ASL Foggia). Non c’era alcun referente anche da parte di AReSS che attraverso una nota del direttore Gorgoni ha riferito di non poter portare un contributo alla discussione.

La consigliera Ciliento, a nome anche degli altri colleghi, ha manifestato la grande preoccupazione sullo stato delle liste d’attesa, chiedendo ai direttori delle Asl una analisi tecnica, oltre la situazione delle agende diagnostiche e di quelle relative agli interventi. Attenzione particolare alla problematica della presa in carico dei pazienti.

Secondo il consigliere Lopalco, intervenuto nella discussione, il problema non è nel merito, ovvero i fondi messi a disposizione per lo scorrimento delle liste, ma nel metodo, perché senza una corretta gestione si rischia di sprecare soldi dei cittadini. Serve un’azione di sistema che, partendo da un’analisi dei dati e della domanda impropria che va a ingolfare le liste d’attesa, dia delle risposte mirate. Rispetto poi all’assenza di dati da parte di Aress, Lopalco ha chiosato: “Se un’agenzia regionale strategica non analizza i dati, la domanda e i bisogni di salute, chi deve dare indicazioni strategiche?”. Sulla stessa linea la consigliera Parchitelli, meravigliata per l’assenza di AReSS e per i contenuti della nota da essa pervenuta, che ha aggiunto: “È importante capire come sono state utilizzate le risorse stanziate dal Consiglio nel corso dell’ultima Manovra di Bilancio. Ed è ulteriormente importante che tutte le Aziende sanitarie utilizzino gli stessi metodi nel lavoro di cura della salute dei cittadini pugliesi. Esaminare i risultati raggiunti nell’abbattimento delle liste d’attesa ci può dare indicazioni su ulteriori iniziative da mettere in campo con il prossimo Bilancio regionale, che ci apprestiamo a esaminare“.

Critico il quadro anche secondo il consigliere Di Gregorio che ha chiesto all’assessore Palese di intervenire prontamente sulle difficoltà della presa in carico dei Codici 048. “Penso che manchi un quadro di coordinamento tra tutte le Asl – ha aggiunto Di Gregorio- attualmente, infatti, ognuno applica il suo metodo. Il Dipartimento e l’Assessorato dovrebbero convocare un tavolo specifico e urgente su come aiutare i cittadini uniformando le procedure in tutta la Regione”. Secondo il direttore Montanaro, dei 28 milioni e mezzo di euro (questa la cifra reale) messi a disposizione delle liste d’attesa, 18 milioni di euro sono andati agli ospedali ecclesiastici (‘Miulli’, ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ e ‘Panico’) e il resto ad altre strutture private accreditate. Questo perché non si è voluto aggravare di ulteriori oneri la sanità pubblica post Covid.

Il tutto comunque verrà dettagliato dallo stesso Direttore con una relazione specifica che sarà consegnata ai Commissari. Montanaro ha inoltre voluto sottolineare la buona collaborazione che attualmente si sta instaurando con i medici di medicina generale. Infine sulla richiesta di aggiornamento della consigliera Parchitelli in merito al verbale sottoscritto con le associazioni sindacali e relativo alla tariffa oraria sulle prestazioni aggiuntive dei medici, che non è stata ancora materialmente attuata, lo stesso Montanaro ha dichiarato che l’accordo è stato trovato sugli 80 euro per i medici e 50 euro per gli operatori sanitari, e che quando entrerà in vigore il nuovo Ccnl, già sottoscritto, la Puglia provvederà all’esecutività dell’accordo. Dalla Commissione è emersa la necessità di approfondire e verificare la congruità tra domanda e offerta delle richieste e per questo sarà fondamentale la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti attraverso tavoli sindacali. La Commissione si aggiornerà, alla luce dei dati che il direttore Montanaro fornirà ai consiglieri.

Critici anche i consiglieri di Azione. Su tutti, Fabiano Amati, sulla riduzione delle liste d’attesa bocciata dal Consiglio dello scorso 4 Ottobre: “”Non ci voleva un mago per prevedere l’utilizzo dei 30 milioni di risorse messe a disposizione del recupero delle liste d’attesa: sono state interamente assegnate al privato convenzionato, senza risolvere il problema delle liste d’attesa, così come risulta da tutti i dati disponibili e anche dalle dichiarazioni in Commissione dei rappresentanti delle ASL.  Serve al più presto la riproposizione della nostra proposta di legge, magari sottoscritta dagli altri gruppi politici,  perché i problemi organizzativi non si risolvono aumentando le risorse, così come finalmente hanno colto anche molti colleghi sino a qualche tempo fa ostili alle nostre idee e proposte”, dichiara in una nota congiunta con i consiglieri Clemente e Mennea, capogruppo. 

“18 milioni ai tre grandi ospedali privati convenzionati e gli altri 19 alle altre strutture private convenzionate. È sintetizzabile in questo il Piano di recupero delle prestazioni ineseguite, giustificato dal fatto che le strutture pubbliche non sono nelle condizioni di farcela, nonostante l’attribuzione delle quote di fabbisogno tra pubblico e privato convenzionato direbbe ben altro; per cui o è sbagliato il riparto del fabbisogno,  o stiamo pagando due volte le stesse prestazioni, oppure – ma saperlo non sia questa l’ipotesi – stiamo parlando di sanità pubblica solo sulla carta”, rincarano

“E il bello di questa storia è che non sappiamo nel dettaglio quante sono le prestazioni ambulatoriali e chirurgiche contabilizzate dopo il recall e oggetto dei 30 milioni assegnati e non sappiamo su quali tempi medi di esecuzione delle prestazioni da recuperare è stata effettuata la contabilizzazione e quindi l’attribuzione delle risorse. Non sappiamo a quanto ammonta la riduzione del fabbisogno assegnato a ogni Asl in forza delle prestazioni da recuperare, assegnate e pagate ai privati convenzionati, così da comprendere la dinamica sui tetti di spesa“, aggiungono gli esponenti di Azione.

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