LA GRU RISCHIOSA SULL’HOTEL SVANITO

LA FOTO è esaurientemente dimostrativa della fondatezza delle preoccupate proteste della gente sulla sua presenza pericolosa. Una gru, ossia una mac

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LA FOTO è esaurientemente dimostrativa della fondatezza delle preoccupate proteste della gente sulla sua presenza pericolosa. Una gru, ossia una macchina utilizzata per il sollevamento e lo spostamento di merci e materiali, praticamente abbandonata orsono oltre un paio di anni. È piazzata ai margini del cantiere edile aperto per la ristrutturazione di quello che era uno dei fiori all’occhiello (pochi) di Manfredonia in fatto di recettività alberghiera, anzi l’unico in città, l’Hotel Gargano. Si erge per oltre trenta metri e altrettanti ne conta un braccio che si protende alla sommità del traliccio.
«UN BRACCIO che non è mai fermo, ma ruota a seconda di come gira il vento» lamenta la gente. «Una minaccia – si rileva – per i condomìni circostanti e la pubblica incolumità». Quella gru incombe infatti su una zona intensamente abitata e percorsa da automezzi e persone quale è la Rotonda di Viale Miramare. Ma lo stesso cantiere abbandonato da tempo è uno sconcio deplorevole (oltre che ricettacolo di rifiuti) che fa pessima mostra di sé in una zona tra le più frequentate per la sua amenità e caratterizzazione paesaggistica, protesa sul mare del golfo adriatico.
Ma fra le domande ricorrenti c’è anche quella che chiede: perché quel cantiere è abbandonato? L’Hotel Gargano ha cessato l’attività nel 2011. Era stato costruito negli Anni cinquanta dalla Famiglia Pesante, benemeriti imprenditori di strutture per spettacoli culturali avendo dato alla città il CineTeatro Pesante, l’Arena Giardino con i suoi 4mila posti e lo schermo gigante classificato tra i più grandi d’Europa, il cinema Fulgor, il cinema Aurora: tutti impianti miseramente demoliti per far posto a “civili abitazioni”. Non ultimo l’Hotel Gargano che andava a valorizzare l’estremo tratto di Viale Miramare confinante con un’area dominata da distese di fichidindia. Un exploit notevole per Manfredonia che si affacciava sul mercato del Turismo. E per quasi mezzo secolo ha costituito un punto di riferimento e struttura attrezzata per attività culturali e sociali.
Col tempo quella periferia cittadina che guarda al Gargano, si è popolata di una selva di stabili tanto da insinuare in alcuni imprenditori l’idea di trasformare quello che era un simbolo delle aspettative turistiche di Manfredonia, nelle solite civili abitazioni, il business prediletto dei manfredoniani. Quell’albergo dall’architettura avanzata citata nei libri di testo di architettura, si è ritrovato venduto e oggetto di un progetto che richiamandosi alla filosofia turistica dell’House Hotel, vuole trasformare quell’edificio parte in alloggi e parte in albergo con l’obbligo di non alterare la struttura architettonica. La concessione edilizia data luglio 2020 e prevede 340 giorni per la conclusione dei lavori. Si è pertanto ben oltre quelle prescrizioni. Perché? L’inghippo starebbe nella richiesta del proprietario, l’imprenditore Vitulano (papà dell’assessore Vitulano) di un considerevole aumento della volumetria dell’immobile non prevista data la storicità dell’edificio. Il progetto sarebbe depositato in Comune e da almeno un paio d’anni si cercherebbe una soluzione politica ad un progetto impossibile. Intanto, in attesa, cantiere e gru costituiscono un rischio ambientale.
Michele Apollonio

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