Covid-19, tra i ‘quasi guariti’ infettivo solo 3%. Cambiano le linee guida per il rilascio dall’isolament

Un nuovo studio ha evidenziato come il coronavirus, nella fase di superamento della malattia da parte di una persona, è in grado di infettare solo i

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Un nuovo studio ha evidenziato come il coronavirus, nella fase di superamento della malattia da parte di una persona, è in grado di infettare solo in pochi casi. La ricerca è stata presentato dal responsabile di virologia dell’Ircss San Matteo di Pavia Fabio Baldanti. “Abbiamo preso i campioni di 280 pazienti – sottolinea Baldanti –, soggetti clinicamente guariti che avevano cariche basse. Il segnale di sopravvivenza del virus, cioè di infettività, era meno del 3 per cento”. In sostanza “solo il 3 per cento dei 280 pazienti ha avuto la possibilità di infettare”.

Intanto, non servono più necessariamente due tamponi negativi a distanza di almeno 24 ore, oltre alla guarigione clinica per interrompere la quarantena. Cambiano, quindi, le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per il rilascio dall’isolamento dei pazienti che hanno contratto l’infezione da nuovo coronavirus. Le linee guida provvisorie prevedono i tre giorni senza sintomi (inclusi febbre e problemi respiratori) come criterio sufficiente a escludere la trassmissione della malattia.

Secondo il documento dell’Oms, i criteri per la dimissione di pazienti dall’isolamento senza necessità di ripetere il test sono i seguenti: per i pazienti sintomatici 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni aggiuntivi senza sintomi (inclusi febbre e sintomi respiratori). Per i casi asintomatici: 10 giorni dopo il test positivo per Sars-Cov2.

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