Elettricisti, idraulici, acconciatori: ecco i lavoratori extra Ue ammessi dal nuovo decreto flussi

Elettricisti, idraulici, acconciatori, addetti alla pesca e al trasporto passeggeri con autobus, assistenti familiari. Sono le nuove categorie di lavo

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Elettricisti, idraulici, acconciatori, addetti alla pesca e al trasporto passeggeri con autobus, assistenti familiari. Sono le nuove categorie di lavoratori extracomunitari ai quali aprirà le porte il decreto flussi triennale 2023-2025 che, oltre ad aver aumentato le quote di ingresso (nel 2023-2025 saranno 452mila) ha ulteriormente allungato l’elenco dei settori di impiego per i lavoratori non stagionali. Il risultato è una lista sempre più ampia che punta a far fronte alle crescenti carenze di manodopera lamentate dalle imprese. Già il decreto flussi per il 2022 (varato a fine 2021 dal Governo Draghi) aveva infatti aggiunto ai comparti tradizionali (edilizia, autotrasporto merci per conto terzi e turistico-alberghiero), quelli della meccanica, delle telecomunicazioni, dell’alimentare e della cantieristica navale.

Ma lo schema di decreto flussi 2023-2025 cerca di rispondere alle esigenze delle aziende anche attraverso la crescita degli ingressi fuori quota, ossia di quelli non compresi nei flussi annuali. Si tratta di un aspetto molto rilevante poiché prefigura il progressivo superamento degli arrivi vincolati ai tetti annuali.

Nella direzione di incrementare gli ingressi extra quote va anche la nuova norma introdotta dalla legge di conversione del Dl Pa-bis (decreto 75/2023) approvata definitivamente dal Senato la settimana scorsa: prevede la concessione del visto di ingresso in Italia agli stranieri che sono stati dipendenti per almeno 12 mesi durante i quattro anni precedenti, di imprese con sede in Italia, o di società da queste partecipate, operanti in Paesi extracomunitari.

Nonostante l’aumento, le quote di ingresso rimangono infatti molto inferiori rispetto alle esigenze espresse delle categorie che, per il triennio, avevano indicato un fabbisogno di 833mila lavoratori, pari a quasi il doppio di quelli consentiti dal decreto flussi 2023-2025. Il provvedimento, su cui il Senato ha dato parere positivo mercoledì scorso, è in attesa dell’ok della Camera e poi del secondo e ultimo via libera del Consiglio dei ministri (si veda la scheda).

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