La fuga dal caro estate in Puglia: il record storico di partenze verso l’Albania

Che la Puglia stia guardando con sempre più interesse al turismo di lusso non è una novità. Ieri, Vito Vergine – titolare del lido Maldive del Salento

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Che la Puglia stia guardando con sempre più interesse al turismo di lusso non è una novità. Ieri, Vito Vergine – titolare del lido Maldive del Salento a Pescoluse e presidente del Sindacato italiano balneari di Lecce – aveva detto che i rincari dei prezzi in regione hanno proprio questo obiettivo:selezionare la clienta. Una strategia che però ha prodotto un effetto collaterale non indifferente: la fuga dei turisti italiani all’estero. A raccontarlo è l’edizione locale di Repubblica, che ha raccolto alcuni dati sull’andamento dei flussi turistici in Puglia. Da una settimana i collegamenti da Bari a Durazzo – in Albania – sono raddoppiati e un quarto dei passeggeri è italiano. Per il mese di luglio, i gestori dei lidi in Puglia hanno denunciato un calo delle presenze del 20%. Un dato a cui fanno da contraltare i numeri sempre più in crescita delle partenze verso Tunisia, Albania, Grecia, Mar Rosso e Spagna.

 

In fuga dal caro-vacanze

E se il porto di Bari nel 2023 ha fatto registrare il numero più alto di partenze degli ultimi dieci anni (120mila), lo stesso vale anche per le tratte aeree. I dati di Aeroporti di Puglia mostrano che gli imbarchi dal tacco d’Italia verso l’Albania sono aumentati a luglio del 58,06% rispetto allo scorso anno, per un totale di 21.341 passeggeri. Più moderata la crescita delle partenza verso la Grecia, in aumento dell’11,34%. A spingere molti pugliesi a trascorrere le proprie vacanze altrove sembrano essere proprio i prezzi. «Qui una cena a base di pesce può costare tra i 20 e i 35 euro, contro gli oltre 40-45 della Puglia», racconta il ristoratore Tonino Lembo in vacanza a Salonnico. In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, anche la ministra al Turismo Daniela Snatanchè commenta il calo di flussi turistici in Puglia: «Il modello “mordi e fuggi” non è contemplato nel nostro piano industriale, che è incentrato invece su una policy che deve rendere il turismo strutturale e appetibile in qualsiasi periodo dell’anno. È proprio l’assenza di una adeguata programmazione e di politiche lungimiranti che porta a risultati altalenanti». In ogni caso, precisa la ministra, «per giudicare con maggior cognizione di causa l’andamento del turismo in Puglia bisogna attendere i dati definitivi che si avranno a fine anno».

 

Federalberghi: «La Regione è ferma»

A confermare l’aumento dei prezzi e la diminuzione delle presenze di turisti è anche Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia. «Il calo più importante si registra in zona balneari come il Salento e parte del Gargano, i nostri maggiori attrattori», spiega in un’intervista a Repubblica. La Puglia, aggiunge Caizzi, «è turismo balneare. Ma anziché valorizzarlo lo abbiamo snobbato, privilegiando ad esempio i borghi o altre destinazioni». Alla situazione contribuiscono poi altri due problemi: la mancanza di infrastrutture di collegamento e gli affittacamere abusivi, soprattutto nelle zone più turistiche. L’unica nicchia che sembra non conoscere crisi è il turismo di lusso: «È un tipo di settore che non subisce mai cali, trattandosi di persone con una capacità di spesa elevata», conferma Caizzi.

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