Randagi, l’affare dell’abbandono: emergenza al Sud tra volontari soli e canili lager

Vagano in cerca di cibo, riparo, spesso brutalizzati e oggetto di feroce violenza. Finiscono ammassati nei canili lager, dove vengono stipati dentro l

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Vagano in cerca di cibo, riparo, spesso brutalizzati e oggetto di feroce violenza. Finiscono ammassati nei canili lager, dove vengono stipati dentro le gabbie e dove i Comuni per ogni animale accalappiato spendono di media dai 300 ai 1.000 euro l’anno. Ma questi canili sono spesso prigioni e i soldi, a fiumi, non finiscono certamente per la cura del cane. Si spenderebbe meno e meglio se si volesse prevenire il fenomeno del randagismo con le sterilizzazioni, ad esempio, e con una adeguata campagna di educazione per chi ha animali di compagnia, come ha dimostrato il modello vincente adottato a Vieste che ha estinto il fenomeno e fatto risparmiare soldi al Comune, numeri alla mano. Lo sanno bene Luana, Francesca, Matteo e i tanti volontari che ogni giorno in strada, da soli e tra mille difficoltà, arrivano perfino ad aprire le loro case, colmando con il loro lavoro l’inadempienza delle autorità locali, scontrandosi e diventando le prime sentinelle dei cittadini preoccupati dai branchi in strada o dei turisti che segnalano, denunciano e lasciando recensioni di fuoco.

QUANTI SONO I RANDAGI

Il rapporto LAV 2022 parla chiaro: c’è un esercito smembrato e fuori controllo di 600 mila cani randagi in Italia e più di 2 milioni e mezzo di gatti. Rispetto ai dati relativi all’anno 2020 emerge come il randagismo sia in lieve flessione, ma con differenze tra Nord, Centro e Mezzogiorno, dove seppur diminuito rispetto al 2018, il numero dei cani detenuti in canile è ancora molto alto, e dove a questo numero si somma quello degli animali vaganti. Dei 69.171 cani presenti nei canili il 61% si trova nel Sud e nelle Isole. Diminuiscono anche gli ingressi nei canili sanitari, ma di poco e allo stesso modo restano basse le sterilizzazioni dei cani, in aumento solo del 2,4%.

 

LE TESTIMONIANZE

I veterinari devono sensibilizzare alla sterilizzazione. C’è tantissimo abbandono- racconta alla Dire Luana Canta, di Spirito Randagio che opera nella provincia di Lecce- oggi le famiglie abbandonano con le motivazioni più stupide. Non c’è educazione. Troviamo inoltre cani uccisi da veleno, ad esempio, e le amministrazioni non sono al nostro fianco. Qui al Sud la situazione è grave– denuncia- grazie al gestore del canile di Melissano che mi fa entrare posso prendermi cura dei cani che comunque sono ben tenuti. Ci sono accordi con i veterinari, ma poi alla fine succede, è costume, che questi non vadano a fare le visite, firmano e basta e il gestore deve poi correre. Qui nella provincia di Lecce c’è un muro”.

Chiara Calasanzio, in provincia di Agrigento a Santa Margherita Belice, è un altro faro nel Sud. Con l’associazione Ohana cerca di aiutare come può e lavora moltissimo sulle adozioni. “I randagi non sono cani nati in strada- spiega- ma sono nati in casa e abbandonati in strada. Questo accade perché le persone non vogliono sterilizzare e dopo il parto non vogliono spendere, dunque, per ignoranza, abbandonano i cuccioli”. Quando Chiara parla con la Dire è in una situazione di grande emergenza: non sa più dove mettere i cani che salva. “Sono strapiena- dice- e in estate nessuno adotta. Ho chiesto aiuto al Comune e al sindaco. C’è stato il grave episodio di un cane bruciato, il sindaco è stato criticato e solo dopo ha fissato un incontro con le associazioni. Il canile è pieno… sono anni che chiedo sterilizzazioni ai cani padronali gratuitamente”. Tutti chiamano Chiara anche quando per strada si vedono branchi e la gente si spaventa: “Ricevo chiamate da tutta la Sicilia, sta collassando tutto. Le persone non capiscono i cani di quartiere che possono essere, invece, tappe momentanee pre adozione, ma comunque i branchi sono pericolosi”.

COMMENTI

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