40 mila cassaintegrati in Puglia

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In Puglia si registra una condizione complessiva di difficoltà che ha precarizzato i livelli occupazionali, i diritti ed il salario, con una perdita di circa 5 mila euro annui per ogni lavoratore. Il dato è stato diffuso dalla Cgil Puglia durante la conferenza stampa tenutasi oggi in piazza San Ferdinando a Bari per illustrare i dati pugliesi relativi ad alcune esperienze di stabilizzazione e superamento della precarietà nei vari settori. Oltre 38milioni di ore di lavoro sino ad agosto 2014 sono state coperte dalla cassa integrazione e mentre è diminuita quella ordinaria ed in deroga è aumentata quella straordinaria di circa l’8%. In particolare – secondo il sindacato – sono 30.658 i lavoratori collocati in Cig, 10.434 gli addetti coinvolti dalle 133 aziende che nel 2014 hanno fatto ricorso alla Cigs e 283 le aziende che hanno fatti ricorso alla mobilità coinvolgendo 4.013 lavoratori.

In questa situazione – è stato spiegato – la Cgil ha sottoscritto importanti accordi difensivi o di stabilizzazione e rilancio con Bridgestone, Natuzzi, Bosch e Getrag. Il sindacato è poi impegnato a costruire ipotesi di reinsediamento produttivo per la ex Om e la Miroglio. “Innumerevoli – sottolinea la Cgil – sono stati gli interventi di stabilizzazione anche dei giovani e dei precari nei diversi settori produttivi e l’accordo sottoscritto dalla Cgil con la Regione Puglia sui ‘cantieri di cittadinanzà (fondo di 4 milioni di euro per facilitare l’inserimento socio-lavorativo dei disoccupati di lunga durata e l’inclusione sociale dei soggetti in condizione di particolare fragilità sociale, ndr) rappresenta una prima significativa risposta al bisogno di lavoro”.

Tra gli esempi riportati dalla Cgil spiccano quelli delle ‘nuove identità lavorativè (Nidil) dove precari, atipici e somministrati (di Ilva, Equitalia, Enel, Inps, Aeroporti di Puglia, Ifoa, ecc) sono stati stabilizzati, anche grazie a contratti di solidarietà. E sono numerosi, pari a 5.307, anche i lavoratori del settore delle comunicazioni che impegnati nei call center con contratti impropri si sono visti riconoscere rapporti di lavoro subordinato e contratti nazionali. Ci sono poi anche, tra gli altri, i 2042 lavoratori, tra docenti e personale Ata, rioccupati in un progetto regionale finalizzato ad arginare la dispersione scolastica. I metalmeccanici, con i 700 somministrati dell’Ilva di Taranto stabilizzati. I lavoratori dell’agroindustria, della funzione pubblica, dei servizi privati e del commercio

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