Procreazione assistita, in Puglia soldi a chi va nei centri privati

Le coppie con Isee inferiore a 30mila euro potranno ottenere un contributo fino a 1.000 euro per sottoporsi a percorsi di procreazione medicalmente as

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Le coppie con Isee inferiore a 30mila euro potranno ottenere un contributo fino a 1.000 euro per sottoporsi a percorsi di procreazione medicalmente assistita in strutture private. Oggi la giunta regionale approverà le linee guida attuative delle norme inserite a dicembre nell’ultima legge di bilancio, che ha stanziato 1,5 milioni per supportare la Pma. E lo farà attraverso un regolamento che ha fissato due criteri: quello economico (il reddito del nucleo familiare) e quello anagrafico, che pone come limite per iniziare il trattamento i 46 anni di età della donna.

La Pma in Puglia è nei fatti un business in mano ai privati, perché la programmazione regionale è rimasta sulla carta. I centri pubblici attivi sono appena tre: a Policlinico di Bari e Conversano si è aggiunto a marzo il «Fazzi» di Lecce per il solo primo livello (fecondazione intrauterina), ma nessun centro pugliese è ancora abilitato per i trattamenti di terzo livello (nel corso dell’anno dovrebbe partire il Policlinico). La rete è dunque in mano ai privati, che hanno cinque strutture per i trattamenti di primo livello e nove abilitate alle tecniche di secondo livello (cioè alla fecondazione in vitro, che produce un embrione poi trasferito nell’utero), con tutto ciò che ne deriva – tra l’altro – per la crioconservazione dei campioni. Un mondo oscuro in cui esiste un sottobosco di «consulenti» che convogliano le coppie verso l’estero, per non parlare della forte componente di lobbismo nei confronti del decisore politico per favorire l’accesso alle tecniche di Pma offerte dai privati non in convenzione. In Puglia peraltro il «mercato» è estremamente piccolo: nel 2020 (ultimo dato disponibile, contenuto nella relazione al Parlamento di ottobre 2022) sono stati effettuati appena 2.734 cicli di secondo livello, di cui soltanto 410 nel pubblico, a fronte di 67mila cicli registrati in Italia. Le tecniche semplici di primo livello, ormai ritenute residuali, hanno invece fatto registrare 773 cicli, di cui 597 nei centri privati. Una quota dei trattamenti è effettuata su residenti fuori regione, così come è presumibile che una quota non irrilevante di pugliesi scelga di andare fuori. La norma inserita nel bilancio non fa distinzione sulla sede del trattamento, e dunque il contributo potrà essere richiesto anche da chi scelga di rivolgersi a strutture estere.

Procreazione assistita, in Puglia soldi a chi va nei centri privati

L’accesso ai centri Pma pubblici avviene attraverso il medico di famiglia, mentre il privato lavora in regime di mercato e dunque con le proprie tariffe. I soldi disponibili per i contributi sono stati divisi su base territoriale, in ragione della percentuale di parti registrati nel 2022: e così un terzo dei finanziamenti (485mila euro) andrà alle coppie residenti nella Asl di Bari, seguite da Lecce (276mila euro) e Foggia (236mila euro), poi Taranto (200mila euro), Brindisi e Bat (circa 150mila euro). La delibera predisposta dagli assessori Rocco Palese (Salute) e Rosa Barone Welfare prevede che le coppie interessate dovranno presentare la richiesta alla Asl di appartenenza, a non oltre sei mesi dalla data dell’intervento, presentando le relative fatture: verranno erogati 500 euro per ciascun percorso con tecniche di primo livello e 1.000 per quelli di secondo livello (con un massimo di due percorsi per coppia).

Oggi in giunta è prevista anche la presa d’atto formale del finanziamento dei due acceleratori lineari del Polo oncologico del «Fazzi». L’operazione, che vale 7 milioni, a giugno è stata ammessa a finanziamento sui fondi ex articolo 20 del ministero della Salute, e consente di liberare la somma corrispondente sul bilancio del sistema sanitario.

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