Dieci anni dopo, in tempi in cui imperversano crisi economica e caro vita, i consiglieri regionali hanno ritenuto fosse necessario il ritorno del trattamento di fine mandato. Ed ecco protocollata (documento 38/2023) la proposta di legge con le firme in calce dei capigruppo di Partito democratico, le civiche Per la Puglia e Con, i Popolari (il cui capogruppo nel frattempo è anche passato all’opposizione) e il Movimento 5 Stelle. Il ché non significa che, all’interno di ciascun partito, non ci siano posizioni contrastanti. E ora veniamo ai conti: un consigliere regionale pugliese percepisce come indennità di base, 7mila euro lordi al mese. La proposta di legge, prevede che venga corrisposto, al termine del mandato, anche prima della fine della legislatura, una indennità mensile per ogni anno di esercizio del mandato. Bastano anche sei mesi per calcolare l’annualità intera. Nella legge si tiene a sottolineare che il consigliere concorre all’ammontare finale, giacché è prevista una trattenuta annua del 24 percento sull’indennità mensile. E quindi, calcolatrice alla mano, vediamo che significa.