Gioco d’azzardo, in Puglia uno studio sulla pressione psicologica subita dal giocatore

In pochi sanno che lo studio sistematico e approfondito sul gioco d’azzardo in Italia è cominciato a Bari nel novembre del 1997 durante la presentazio

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In pochi sanno che lo studio sistematico e approfondito sul gioco d’azzardo in Italia è cominciato a Bari nel novembre del 1997 durante la presentazione da parte del compianto Don Alberto D’Urso della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici. Reduce da visite pastorali nelle province della Puglia, Don Alberto riferisce il suo sconcerto per il moltiplicarsi di comitati locali per l’apertura di Casinò, dal Salento al Nord Barese. A raccontare evoluzioni, dati e numeri qualche settimana fa a Bari è stato il sociologo Maurizio Fiasco, membro del Comitato nazionale di solidarietà antiusura e antiracket, nel corso del Convegno L’azione delle Fondazioni Antiusura “Dignità umana in questo tempo di crisi”.

Negli ultimi anni anche in Puglia, con l’apertura di più variegate e numerose tipologie di giochi autorizzati, la raccolta di puntate ha conosciuto un incremento esponenziale fino all’anno 2019, registrando poi le conseguenze della pandemia, per i giochi sul territorio fisico, e quindi procedendo al veloce recupero dal secondo semestre dell’anno 2021.

Sono stati raccolti oltre mille e 268 miliardi di euro, con una spesa (cioè perdita) di 264 miliardi e 262 milioni. La quota trattenuta suddivisa tra erario e concessionari passava in peso percentuale da 34,7 punti percentuali a 13,9.

Bingo, Betting Exchange, Ippica Nazionale, Ippica d’Agenzia, Scommesse Virtuali e Totocalcio: sono oltre 1,3 miliardi di euro le quote trattenute per circa 73 milioni di euro tra gennaio e aprile 2022. Nel primo trimestre del 2022, sono state aperte 164 nuove partite Iva delle sale da gioco.

In Puglia e a Foggia dove qualche anno fa c’è stata una maxi retata contro un clan legato alla Società che investiva in slot machine c’è stato uno studio sulla pressione psicologica subita dal giocatore: gli apparati di molte slot machine impiegano le note «si bemolle» e «mi bemolle», che corrispondono alle frequenze del battito cardiaco quando la persona è in stato di eccitazione o di forte ansia.

Il rapporto tra jingle e aritmie cardiache configura un «ridestarsi della latenza», che permette così al giocatore d’azzardo di entrare in una vera e propria sindrome d’astinenza di fronte al gioco preferito.

Ma dov’è il core business dell’industria dell’azzardo? «Il 20 per cento delle persone che giocano con denaro genera l’80 per cento del fatturato del settore. Reciprocamente, l’80 per cento dei consumatori contribuisce al 20 per cento del volume del giocato», ha spiegato Fiasco a Bari.

scrive su…foggia today

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