Ribassi nei prezzi delle auto, riparte la guerra tra i produttori

Siamo all’alba di una nuova guerra dei prezzi, focalizzata – per ora – sulle auto elettriche ma potrebbe avvenire un’escalation in tutto il mercato. E

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Siamo all’alba di una nuova guerra dei prezzi, focalizzata – per ora – sulle auto elettriche ma potrebbe avvenire un’escalation in tutto il mercato. E arriva, oltretutto, in un momento storico dove molte case automobilistiche hanno abbandonato, anche sulla scia della scarsità di prodotto, il modello di business teso a far volumi e tutti i costi per puntare sulla qualità della vendita privilegiando la generazione di profitto.

I rialzi degli ultimi mesi

Negli ultimi mesi, infatti, è cambiato tutto: la spinta, a tappe forzate all’elettrificazione con ibride, plug-in e full electric ha fatto lievitare, anche in Italia, i listini e il prezzo medio nel 2022, secondo le rilevazioni Centro Studi Fleet&Mobility è balzato a 26mila euro con un incremento dell’7% rispetto ai 24.300 euro del 2021 (+24% rispetto al 2019) . Prima del Covid bastavano circa 21mila euro ad auto e l’automotive era in un regimi di sovrapproduzione. E questo portava a i forti sconti praticati in tutti i canali e ai km “0” che abbassavano i prezzi con il trucco di non toccare i listini.

Il boom dei ricavi e dei margini

La corsa al rialzo dei prezzi medi ha portato il mercato italiano a un valore di 35 miliardi di euro con un volume ridotto a meno di 1,3 milioni di unità. Segno che la demotorizzazione è una tendenza irreversibile e che i dati di ora non possono essere raffrontati con un mondo di 40 anni fa quando il settore non era saturo. Sono film diversi, e sono finiti, ed è cambiato il mondo della mobilità: dall’uso dell’auto, al chilometraggio medio annuo, dalla sensibilità ambientale, vera o di facciata, fino all’uso sempre più pervasivo del car sharing o di soluzioni per l’utilizzo della vettura al posto della sua proprietà.

I segnali di svolta

Nelle ultime settimane però è avvenuto un fatto che turba, e turberà, i sonni dei vertici delle case e va oltre i confini del piccolo mercato italiano dell’auto: Tesla ha tagliato i listini anche nell’area Emea. Il costruttore, che culturalmente domina l’auto elettrica, ha deciso una maxi riduzione dei prezzi. Model 3 cala di ben 12.500 euro e la gamma parte da 45mila euro (anziché 57.500 euro) mentre Model Y scende di 5.000 passando da i passando da 49.990 euro a 44.990 euro. Tesla ha sparigliato le carte rendendo le sue vetture più competitive e già alcuni grandi player cinesi ne stanno seguendo l’esempio. La palla passa ai costruttori europei e c’è il rischio concreto dello scoppio di una guerra dei prezzi con buona pace della tenuta dei loro margini con Tesla in possesso di un vantaggio: nell’ultimo bilancio ha esibito un margine per veicolo più alto della media di settore. L’allarme è anche confermato dagli analisti. «Nel contesto di tensioni sulle forniture che si stanno progressivamente riducendo e di una domanda indebolita dalla recessione, potrebbe essere difficile – dichiara Dario Duse, Country Leader Italia di AlixPartners – per i costruttori mantenere il vantaggio accumulato negli scorsi due anni sul prezzo e sugli sconti (mediamente +3,6 punti di margine nel solo 2021 per i costruttori)». La sfida – conferma Duse – riguarda in particolare le elettriche a batteria (Bev): i volumi di vendita continuano ad essere fortemente legati alla presenza di incentivi. Le vendite devono salire anche per accedere ad economie di scala necessarie a ridurre il gap di costo (un powertrain bev costa il 58% in più di uno termico) e per ammortizzare gli enormi investimenti a livello globale già fatti e da fare: 526 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni sull’elettrico.

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