Protezione civile Puglia, spunta anche l’appalto beffa di telemedicina

 Iniziamo dalla fine. Il 20 dicembre scorso la Protezione civile pugliese ha letteralmente nascosto, in un provvedimento intitolato «Riallineamento pa

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 Iniziamo dalla fine. Il 20 dicembre scorso la Protezione civile pugliese ha letteralmente nascosto, in un provvedimento intitolato «Riallineamento partite contabili», la revoca di uno dei tanti appalti dell’ex dirigente Mario Lerario. Che nel 2021, prima di finire in carcere perché preso con una mazzetta, aveva affidato a trattativa privata la fornitura alle Asl dei dispositivi per il telemonitoraggio dei pazienti covid. Dovevano costare circa un milione, il costo totale è arrivato a circa il doppio. Ma il problema più serio è che – secondo diverse aziende sanitarie – quei dispositivi non funzionano.Parliamo dei «device» che gli Ospedali Riuniti e le Asl di Bari, Taranto e Lecce hanno consegnato alle Usca (le Unità di continuità assistenziale) per il telemonitoraggio dei malati di covid: ecografi portatili, saturimetri palmari ed emogasometri. Grazie a questi dispositivi, collegati online, il medico poteva essere in grado di effettuare a casa del paziente alcuni esami che normalmente richiedono il ricovero: l’ecografo, ad esempio, permetteva di verificare l’eventuale insorgenza di polmoniti interstiziali, consentendo di disporre il ricovero. Sulla carta, un’ottima idea. 

Protezione civile Puglia, spunta anche l’appalto beffa di telemedicina

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