La Puglia protagonista con Lolita Lobosco

La seconda stagione di «Lolita Lobosco» è meglio della prima: l’ambientazione è più accurata e meno cartolinesca, l’inflessione dialettale è più curat

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La seconda stagione di «Lolita Lobosco» è meglio della prima: l’ambientazione è più accurata e meno cartolinesca, l’inflessione dialettale è più curata (e comunque è già un pregio che in Puglia non si reciti in romanesco), la protagonista (Luisa Ranieri) è ben caratterizzata, più sicura nell’interpretare il suo personaggio: la vicequestore del commissariato di polizia a Bari, a capo di una squadra di soli uomini (Rai1e RaiPlay). La serie in sei serate (il debutto ha registrato un boom di ascolti: 6.070.000 spettatori pari al 33.5% di share, ndr.) liberamente tratta dai romanzi di Gabriella Genisi, è prodotta da Angelo Barbagallo e Luca Zingaretti e diretta da Luca Miniero. Il lato crime non è così importante (anche se Lolita rischi di finire annegata), è il tessuto narrativo su cui intrecciare i fili di una commedia di costume.

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