In Puglia coltivazioni di frutta tropicale triplicate in 5 anni. Coldiretti: “Così combattiamo il cambiamento climatico

In Puglia, nel giro di cinque anni, le coltivazioni di frutta tropicale sono triplicate: da poche decine di ettari a oltre 500. Così gli agricoltori f

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In Puglia, nel giro di cinque anni, le coltivazioni di frutta tropicale sono triplicate: da poche decine di ettari a oltre 500. Così gli agricoltori fronteggiano i cambiamenti climatici, secondo Coldiretti Puglia: “I tropicali sono ormai una realtà consolidata, spinta dagli effetti della siccità – raccontano – Abbiamo assistito a un’impennata delle coltivazioni di avocado, mango e bacche di Goji, insieme a tante altre produzioni esotiche come le bacche di aronia, le banane e il lime”.

L’analisi è stata presentata in occasione dell’apertura del Villaggio Coldiretti a Palermo, dove è stata allestita la prima esposizione di produzioni tropicali coltivate in Italia e preparata la prima macedonia tropicale “made in Italy”. La Coldiretti pugliese cita per esempio il caso di Castellaneta, dove sono arrivate 32mila piante di avocado. Nel Salento invece se ne stimano 100mila, assieme alle ottomila di mango e altrettante di lime. Meno gettonate invece le coltivazioni di banane.

In Puglia coltivazioni di frutta tropicale triplicate in 5 anni. Coldiretti: "Così combattiamo il cambiamento climatico"

“Tutto questo avviene soprattutto grazie all’impegno di giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici e in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni”, ricordano da Coldiretti. Da sperimentazione, la produzione di frutti tropicali in Puglia e in Italia è diventata dunque un fenomeno di mercato. Sette italiani su dieci, infatti, cercano sugli scaffali mango, avocado e banane (tra gli altri prodotti) coltivati in Italia, secondo l’indagine Coldiretti-Ixè del 2022. “Una tendenza motivata dal maggiore grado di freschezza ma anche dalle preoccupazioni sulle garanzie di sicurezza del prodotto importato”.

Secondo Coldiretti, inoltre, il fenomeno è destinato a modificare profondamente le decisioni dei consumatori nei prossimi anni, nonché le scelte delle stesse aziende agricole. “Secondo lo studio del National centers for environmental information – aggiunge Coldiretti – i cambiamenti nelle temperature hanno portato il 2022 a piazzarsi al sesto posto della classifica degli anni più caldi della storia, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani che si è alzata di ben 0,85 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. In particolare la prima metà dell’anno ha visto temperature superiori alla media su gran parte del pianeta, con insoliti valori negli oceani Pacifico e Nord Atlantico”. E dunque gli agricoltori corrono ai ripari.

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