"Diavolo di un santo! Il fantastico mondo di Padre Pio”.

«Se si è nati a Manfredonia, ad una manciata di chilometri da S. Giovanni Rotondo è quasi impossibile non dover fare incontri con la celebrità del luo

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«Se si è nati a Manfredonia, ad una manciata di chilometri da S. Giovanni Rotondo è quasi impossibile non dover fare incontri con la celebrità del luogo, tanto caro a Padre Pio, ed ecco che scatta un meccanismo di autodifesa – racconta Bruno Magno, autore del libro “Diavolo di un santo! Il fantastico mondo di Padre Pio”.

Presso la facoltà di Scienze della formazione, il grafico ha spiegato tutti i motivi che lo hanno spinto alla scrittura del libro, così lontano dal suo mondo creativo, fatto di “segno e disegno”.

Magno conosciuto soprattutto per il suo impegno in politica, presso l’ufficio grafico del Partito democratico: a lui si deve, ad esempio, il simbolo della Quercia, attualmente insegna Grafica editoriale nella Rome university of Fine Arts.
Il libro, 125 pagine (edizioni Memori) con la prefazione di Margherita Hack e le vignette di Sergio Staino, racconta aneddoti raccolti “sul campo”, quello delle credenze popolari misto alla riproposizione mediatica, con Padre Pio protagonista.
L’autore vuole svelare l’assurdità di queste narrazioni, smontare attraverso l’ironia il meccanismo che ad esse sottende, il robusto business che alimenta.

«Abito a Roma da tanti anni – racconta l’autore – ed anche nel mio quartiere negozi, farmacie e quant’altro sono dedicate al santo di Pietrelcina, per non parlare quando sono giù a Manfredonia, ogni attività commerciale, scuole ed altro, tutto è in nome di Padre Pio, insomma mi sono sentito quasi in dovere di autodifendermi da questa invasione».

Come ha precisato nella conduzione della serata il giornalista Nino Abate, il libretto viene presentato in chiave spassosa, si legge tutto di un fiato: «E’ la storia romanzata, in chiave satirica, del fanatismo religioso nei confronti di Padre Pio.
È un susseguirsi di scenette di vita contadina, di superstizione religiosa, descritte con benevola ironia.
Efficacissimo il quadretto del corteo dei notabili, sindaco in testa, che si scambiano commenti sulle varie apparizioni miracolose, dalla gallina che ha fatto un uovo con impressa in rilievo sul guscio l’immagine del santo, al ragazzino che facendo la scarpetta nel sugo con il pane ha disegnato senza accorgersene l’immagine del santo».

In tutti questi racconti, appare evidente che ci sia un filo logico a legarli, quello dell’oscurantismo religioso.

Presente all’incontro anche la docente di Didattica della cultura dell’Ateneo di Foggia, Laura Marchetti: «Padre Pio è l’italiano del ‘900 più conosciuto al mondo. – ha detto – Nel testo di Magno troviamo un santo un po’ briccone che si diverte nel fare scherzi e che viaggia sui binari dell’ambiguità, capace di essere serioso quando si parla delle stimmate, ma anche molto umile.

Non dimentichiamo il suo essere viaggiatore attraverso il dono della bilocazione.
Nei vari capitoli c’è la descrizione dei vari miracoli: dalla guarigione di uomini e animali, al profumo di violetta che segnala ai fedeli la presenza del santo.

Un capitolo è dedicato all’ubiquità di padre Pio e gli equivoci che provoca, un altro alla sua conoscenza naturale dei vari dialetti, altri alle coppie di devoti, un altro alle figlie spirituali.

Perché il culto di padre Pio è così sentito? In tutti i Sud del mondo la crisi è profonda e diventa maggiore il bisogno di credere».
LORITA BRUNO

 
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