«Puglia, beffa degli aiuti vincolati agli occupati: ora le aziende saranno costrette a restituirli»

Rischio beffa. Le piccole e medie imprese pugliesi potrebbero dover restituire parte degli aiuti ricevuti dalla Regione Puglia per non aver mantenuto

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Rischio beffa. Le piccole e medie imprese pugliesi potrebbero dover restituire parte degli aiuti ricevuti dalla Regione Puglia per non aver mantenuto i livelli occupazionali nel periodo pandemico».

Per questo motivo, l’Unione nazionale delle imprese pugliesi ha chiesto di sanare la misura regionale.

«Bisogna intervenire al più presto per supportare le aziende del nostro territorio che potrebbero subire un durissimo colpo, che rappresenterebbe per loro davvero una beffa in questo momento, già di per sè difficilissimo, in cui si lotta tra gli strascichi post-pandemici da una parte e le conseguenze del conflitto russo-ucraino, con relativa impennata dei costi di produzione, dall’altra». A sollecitare un intervento è Giovanni Assi, consigliere nazionale Unimpresa (Unione nazionale delle imprese) con delega al Lavoro e Welfare. «In particolare, fra meno di due mesi molte aziende dovranno fare i conti con una possibile restituzione di una parte del contributo ricevuto dalla misura posta in campo dalla Regione Puglia nel 2020 “Aiuti agli investimenti delle piccole e medie imprese” (Titolo II capo 3), che, a fronte di un ulteriore contributo del 10%, prevedeva l’obbligo vincolante per le aziende di mantenere i livelli occupazionali del 2019 a fine 2022».

Per questa ragione, lo stesso Assi con Fara Cinzia Bellini, presidente di Unimpresa Puglia e il consigliere del Municipio 1 di Bari, Gianmarco Mari, hanno incontrato presso la Regione Puglia il consigliere regionale Paride Mazzotta, ai quali hanno rappresentato la problematica che a breve potrebbe colpire le aziende pugliesi.

Le imprese potrebbero dover restituire gli aiuti ricevuti con la penalizzazione di essere escluse per i prossimi anni da ogni tipo di misura agevolativa, semplicemente per il fatto di non aver mantenuto gli stessi livelli occupazionali (Ula) del 2019 per le cause a tutti ben note e certamente indipendenti dalla loro volontà.

«Considerando che da marzo 2022 le aziende si sono trovate ad affrontare situazioni inimmaginabili che hanno messo a dura prova la loro stessa esistenza, sarebbe davvero una beffa dover restituire delle somme alla Regione. Essere escluse poi da futuri incentivi, come la misura prevedeva, potrebbe far correre davvero il rischio di portare alla chiusura molte attività imprenditoriali pugliesi con una conseguenza disastrosa sull’occupazione per la perdita di migliaia di posti di lavoro».

Unimpresa chiede, pertanto, per il tramite del consigliere regionale Mazzotta, impegnatosi nella elaborazione di una mozione, di prolungare di ulteriori 12 mesi la scadenza del termine del mantenimento degli obblighi per beneficiare degli aiuti, spostandola al 31 dicembre 2023, dando così l’opportunità alle nostre imprese di affrontare un prossimo anno più produttivo, con l’auspicio di riportare nel 2023 i propri livelli occupazionali ai livelli pre-pandemici.

«Puglia, beffa degli aiuti vincolati agli occupati: ora le aziende saranno costrette a restituirli»

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