Energia: Coldiretti Puglia, 37% consumatori sceglie km zero

"La crisi scatenata dalla guerra in Ucraina porta quasi 4 consumatori su 10 (37%) a caccia di prodotti locali e a km zero, che risultano al primo post

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“La crisi scatenata dalla guerra in Ucraina porta quasi 4 consumatori su 10 (37%) a caccia di prodotti locali e a km zero, che risultano al primo posto della classifica sulle intenzioni di spesa per i prossimi mesi, trainati anche dalla volontà di contribuire alla riduzione dei consumi energetici e di sostenere l’economia locale”.

 © ANSA

E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base del rapporto Coop 2022, diffusa in occasione dei mercati di Campagna Amica al Porto Vecchio a Monopoli e in Piazza Bottazzi a Lecce.”Oltre a garantire la maggiore freschezza dei prodotti e tagliare gli sprechi – spiega Coldiretti Puglia – la filiera corta riduce anche i tempi di trasporto e, con essi, il consumo di carburanti e le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori”. Al secondo posto tra le intenzioni di acquisto degli italiani per i prossimi mesi – continua Coldiretti – ci sono peraltro i cibi 100% italiani, che precedono gli alimenti con packaging sostenibile e quelli che garantiscono il rispetto dell’ambiente, per un netto aumento complessivo della spesa green. Sembrano, invece, destinati a calare i prodotti pronti, l’etnico, anche perché più energivoro a causa dei lunghi trasporti, e quelli premium a causa delle esigenze di risparmio per la riduzione del potere di acquisto. Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 650 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Il km0 è divenuto anche uno strumento ‘salva tasche’ per i consumatori perché – aggiunge Coldiretti Puglia – i prodotti provengono dal territorio regionale e non subiscono eccesivi rincari per il trasporto a causa del caro gasolio (36%), per il rapporto qualità prezzo (28%), perché la stagionalità e la biodiversità garantiscono che i prodotti non siano importati con l’effetto a valanga del caro prezzi a causa della guerra in Ucraina.

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