Uva, grano, ortaggi, ciliegie: un grande distretto del cibo in Puglia

L’alleanza è stata sottoscritta: l’obiettivo è quello di individuare un percorso unitario per favorire il decollo delle imprese che agiscono nel setto

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L’alleanza è stata sottoscritta: l’obiettivo è quello di individuare un percorso unitario per favorire il decollo delle imprese che agiscono nel settore agroalimentare. Nasce con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico del territorio, attraverso l’innovazione delle politiche e dei modelli di governance, il distretto del cibo dell’Area metropolitana di Bari. l coordinatore, il consigliere metropolitano Antonio Stragapede (che ha la delega allo Sviluppo economico), ha promosso un incontro che dà il via alle azioni congiunte. «Il nostro territorio – spiega – ha eccellenze gastronomiche che vanno maggiormente valorizzate. Un lavoro di rete è quantomai indispensabile per aggredire nuovi mercati con un marchio, con un brand facilmente identificabile e in grado di raccontare i colori, i profumi e i sapori della nostra terra. Anche il turismo può avere vantaggi dalla pubblicizzazione delle filiere».
Fondamentale la presenza e la collaborazione tra reti di realtà differenti, pubbliche e private, con il coinvolgimento della Regione Puglia, dell’assessore all’Agricoltura e alle Risorse agroalimentari, Donato Pentassuglia, dell’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, dell’assessore al Turismo, Massimo Bray, e del presidente della commissione Sviluppo economico, Francesco Paolicelli. Del protocollo di rete fanno parte quattro dei sette distretti attivi in provincia di Bari: il Distretto del cibo dell’Area Metropolitana (promosso dalla Città metropolitana, vede l’adesione di numerose imprese, organizzazioni professionali agricole e della cooperazione per attivare forme inedite e innovative di sinergie in agricoltura tra diversi soggetti pubblici e privati, nell’ambito di una zona a vocazione agricola), il Distretto del cibo Sud Est Barese (promosso da imprese e organizzazioni professionali e datoriali che afferiscono al Gal, incentiva nei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bitritto, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro, Polignano a Mare e Rutigliano le produzioni agricole tipiche del territorio come l’uva da tavola, le ciliegie, il vino e gli ortaggi), il Distretto del grano duro (è guidato da un comitato che conta 90 aziende che rientrano nella filiera del grano, dagli agricoltori ai molitori, passando per i sementieri e i panificatori, fino ad arrivare ai trasportatori; il territorio di riferimento è quello di Altamura ma la progettualità, finalizzata a valorizzare questo particolare ambito di attività, coinvolge anche le aziende presenti in Puglia sino ad arrivare nelle altre regioni limitrofe) e infine il Distretto biologico delle Lame (promosso dai Comuni di Ruvo di Puglia e di Bitonto con il coinvolgimento di diversi soggetti e imprese; l’ambito geografico coincide con la zona delle lame presenti nell’Alta Murgia).
Il protocollo è aperto. «Gli altri distretti – conclude Stragapede – hanno la possibilità di far parte dell’alleanza e di condividere un progetto di espansione che ha l’ambizione di rafforzare i singoli e di far crescere il bacino della provincia barese, intercettando i vari canali di finanziamento».

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