I caccia F-35A di Amendola a difesa dei cieli italiani: l’ultimo giorno di ‘Falkon Strike’, la scenario di guerra sopra la Capitanata

si conclude oggi pomeriggio l’esercitazione ‘Falkon Strike' che dal 7 giugno scorso vede impegnati oltre 50 velivoli tra caccia, aerei da trasporto e

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si conclude oggi pomeriggio l’esercitazione ‘Falkon Strike’ che dal 7 giugno scorso vede impegnati oltre 50 velivoli tra caccia, aerei da trasporto e da rifornimento in volo ed altri assetti di supporto sui cieli della provincia di Foggia.

Si tratta dei ‘caccia’ F-35 di quattro diversi paesi – Stati Uniti, Israele, Italia e Gran Bretagna – impegnati nell’esercitazione internazionale di 5^ generazione ‘Falcon Strike 2021’, che parte dalla base aerea di Amendola, sede del 32° Stormo dell’Aeronautica militare.

Al termine dell’esercitazione, alle 18, Link Foggia, Unione degli Studenti Foggia, Cgil Foggia, Arci Foggia, Anpi Foggia, Ottavia Foggia, Sfoggia, l’Ambasciata di Pace Palazzo Dogana Foggia e Libera Foggia scenderanno in Piazza Italia per esprimere la loro contrarietà alle esercitazioni israeliane. Hanno aderito anche alcuni partiti: “Il territorio foggiano non vuole essere complice in questa operazione militare. A tal fine, invitiamo tutti ad aderire, al fine di dare un forte segnale di partecipazione e attivazione” concludono le realtà aderenti. “Da tempo abbiamo espresso una forte opposizione all’uso di questi aerei per le esercitazioni e alla loro stessa presenza sul territorio. Abbiamo espresso un fermo “no” non solo all’uso per l’esercitazione di questi aerei ma alla loro stessa presenza sul territorio, che contrasta l’art. 11 della Costituzione italiana, in cui si ripudia la guerra. La presenza di aerei israeliani rende la situazione ancora più delicata, anche alla luce degli avvenimenti delle ultime settimane e dei pesanti bombardamenti perpetrati sulla comunità palestinese che hanno prodotto centinaia di vittime tra cui molti bambini” dichiarano

Nell’edizione de ‘Il Giornale’ del 10 giugno, in un articolo a firma di Paolo Mauri, si legge che “intorno al 7 giugno gli F-35 con le coccarde tricolori del 32esimo stormi di Amendola presenti in Estonia sono stati chiamati ad eseguire una seconda intercettazione, ancora una volta per identificare un velivolo russo che si è rivelato un secondo An-12. Questa volta i nostri cacciabombardieri, durante la normale procedura di identificazione, sono stati tallonati da almeno un caccia russo che si è frapposto tra gli F-35 ed il turboelica”

In Italia sono quattro gli Stormi dell’Aeronautica Militare che con gli assetti Eurofighter assicurano il servizio di Difesa Aerea: il 4° Stormo di Grosseto, il 36° Stormo di Gioia del Colle, il 37° Stormo di Trapani ed il 51° Stormo di Istrana. Da marzo 2018, inoltre, nel sistema di difesa aerea nazionale sono stati integrati anche i velivoli F-35A del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani e che sono stati i primi aeroplani di 5^ generazione ad essere stati impiegati dalla Nato per sorvegliare lo spazio aereo dell’Alleanza in una operazione Nato di Air Policing.

Il complesso sistema di difesa mediante il quale l’Aeronautica Militare assicura, senza soluzione di continuità, la sorveglianza dello spazio aereo nazionale è integrato, anche in tempo di pace, con quello degli altri paesi appartenenti alla Nato.

L’ordine di decollo immediato viene impartito dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), l’ente della Nato responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nell’area sud del Mediterraneo, che integra le capacità di sorveglianza e controllo del 11° gruppo D.A.M.I. di Poggio Renatico (FE) e 22° Gruppo radar di Licola (NA). I due gruppi sono posti alle dipendenze della neo costituita Brigata Controllo Aerospazio quale Service Provider e referente di Forza Armata, attraverso il Comando Operazioni Aerospaziali, nei settori di Difesa Aerea Missilistica Integrata e di Coordinamento e Controllo del Traffico aereo Operativo.

Il neo-costituito National Air and Space Operations Centre, all’interno del COA, contribuisce all’organizzazione del servizio di difesa aerea ed effettua una costante attività di supervisione sull’intero dispositivo. In caso di minaccia non militare allo spazio aereo italiano (renegade), il NASOC riprende il comando dei velivoli intercettori affidati alla NATO per la successiva azione di contrasto. Ciò avviene quando un velivolo civile in transito nello spazio aereo nazionale evidenzi una condotta anomala e, quindi, potenzialmente pericolosa per la sicurezza nazionale.

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