Covid 19, allarme Cgil Puglia: bruciati 7 mld con calo del 10% del Pil

«Un calo del 10% del Pil per 7 miliardi di ricchezza bruciata; una perdita stimata di oltre 18.000 posti di lavoro; 220mila lavoratori in Cassa; 18mil

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«Un calo del 10% del Pil per 7 miliardi di ricchezza bruciata; una perdita stimata di oltre 18.000 posti di lavoro; 220mila lavoratori in Cassa; 18mila famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza, un fiume carsico fatto di accentuata precarietà lavorativa nei settori più disparati». È questa la fotografia della Puglia scattata dalla Cgil Puglia nel corso dell’assemblea generale di quadri e delegati della Cgil, che si è tenuta questa mattina in videoconferenza, con la partecipazione – informa una nota del sindacato – del segretario generale Maurizio Landini.
«Abbiamo voluto fare un punto sulle vertenze in atto nella regione – spiega il segretario generale della confederazione pugliese, Pino Gesmundo – ascoltando testimonianze dalla voce dei nostri delegati, ma anche di come si sta affrontando l’emergenza sanitaria nei luoghi di produzione come negli ospedali o nelle strutture socio sanitarie dove a essere colpiti sono gli anziani, le figure più fragili ed esposte al virus».

Per la Cgil, «la bozza preparata dal Governo definita Piano di Ripresa e Resilienza è il prodotto mal riuscito di una elaborazione solitaria e autoreferenziale del capo del governo e di pochi altri che denota l’assenza di un Progetto Paese». «Una lettura attenta di quella bozza – aggiunge Gesmundo – fa emergere contraddizioni, incongruenze e affermazioni di principio destinate a rimanere un capitolo di un libro dei sogni. Dove si evidenzia con maggiore drammaticità la marginalità che assume il Mezzogiorno in quelle proposte, al quale sono destinati solo 4 dei 209 miliardi. Non ci sono nel Piano progetti e programmi che riducano il divario con il Nord».

Sul piano infrastrutturale, aggiunge, «scompare dall’orizzonte il completamento del raddoppio della linea adriatica con l’eliminazione della strozzatura Termoli-Lesina che compromette la velocizzazione di tutta la linea, mentre la citazione della sempre presunta Bari-Napoli sta solo a testimoniare che l’idea di fondo esclude tutta la parte Sud dell’Adriatico dalle grandi direttrici del traffico e quindi dello sviluppo anche a favore dei mercati del bacino mediterraneo».
Rinnovando la richiesta di un maggiore confronto alla Regione Puglia, Gesmundo ricorda che «a brevissima scadenza c’è l’appuntamento del 7 gennaio per garantire il rientro sicuro a scuola di docenti e studenti»

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