Puglia, meno medici contagiati dal Covid: 9% contro il 12% in Italia

Nei giorni scorsi si è fatto il punto sull’emergenza Covid nei luoghi di lavoro della sanità, con il workshop «Pandemia Covid-19 in Puglia: la Salute

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Nei giorni scorsi si è fatto il punto sull’emergenza Covid nei luoghi di lavoro della sanità, con il workshop «Pandemia Covid-19 in Puglia: la Salute e la Sicurezza nel Servizio Sanitario Regionale».

I tecnici regionali (medici del lavoro, esperti di sicurezza) hanno discusso delle criticità e dei punti di forza del sistema per preparare al meglio la Regione in vista di possibili nuove ondate in autunno. Il workshop è stato organizzato da Regione Puglia, Aress, Protezione civile regionale e Sirgisl (Sistema regionale di gestione integrata della sicurezza sui luoghi di lavoro).

«Il sistema Sanitario Pugliese ha retto sul piano della Sicurezza negli ambienti di Lavoro contribuendo al contenimento della epidemia – ha detto Danny Sivo, medico responsabile del Sirgisl – sono stati 435 gli operatori del Servizio sanitario (meno del 1% del totale), compresi i Medici della Medicina Generale e gli amministrativi, che si sono contagiati durante la epidemia di Coronavirus in Puglia». La Puglia ha avuto una percentuale di contagiati sul totale di operatori sanitari del 9%, contro una media nazionale del 12%.

I contagi non sono però avvenuti nei reparti Covid (ad altissimo rischio) dove è stata massima l’attenzione, ma in reparti diversi. Inoltre sono stati 40 milioni i pezzi di dispositivi di sicurezza utilizzati finora in Puglia nel corso dell’emergenza. Il Sirgisl sin dal 29 Gennaio aveva emanato circolari specifiche, supportando la Protezione Civile e le Asl e i Policlinici grazie ad algoritmi di consumo nella distribuzione dei Dpi, mentre le farmacie di tutte le aziende sanitarie hanno scambiato milioni di dispositivi.

«In questo momento – ha detto Lopalco – ci stiamo lasciando alle spalle l’emergenza sanitaria. È il momento di fare i bilanci. E i bilanci non servono per dire che siamo stati bravi o non lo siamo stati. Servono per dire quel che ha funzionato e quel che non ha funzionato. Perché quello che ci aspetta è probabilmente un momento di prevenzione ancora più serrata. Dal primo bilancio possiamo dire che il sistema Puglia ha funzionato: contro una media del 12% dei casi a livello nazionale che hanno riguardato operatori sanitari, in Puglia ne abbiamo solo il 9%. Questo significa che le misure di prevenzione e protezione messe in atto negli ospedali sono state precoci e hanno funzionato. Ragioneremo anche su quello che dovrà essere migliorato per prepararci a quello che un po’ tutti temiamo, ovvero l’arrivo del freddo e dell’autunno».

Per Giovanni Gorgoni, direttore generale dell’AReSS, «il fatto di aver avuto già un presidio integrato della sicurezza in Regione prima dell’emergenza infettiva sicuramente ha aiutato. Per la prevenzione nel fondo sanitario nazionale c’è solo il 5% dei fondi: con il senno di poi è decisamente ridicolo, visto che la prevenzione ha rappresentato almeno il 70-80% del successo per il contenimento dell’epidemia». Per il prof. Luigi Vimercati, direttore della scuola di specalizzazione in Medicina del Lavoro dell’Università di Bari, «Il contenimento – come abbiamo fatto al Policlinico di Bari – ha consentito di evitare quello che andava evitato, ossia la presenza di focolai in ospedale».

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