Regione, «parcelle d’oro» a legali: licenziato funzionario dell’Avvocatura

Tutto nasce dalle osservazioni presentate dai consiglieri regionali Cinque Stelle su due debiti fuori bilancio. Le verifiche effettuate dal capo dell’

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Tutto nasce dalle osservazioni presentate dai consiglieri regionali Cinque Stelle su due debiti fuori bilancio. Le verifiche effettuate dal capo dell’Avvocatura, Rossana Lanza, hanno portato a scoprire che effettivamente qualcosa non andava: alcuni legali esterni (in particolare tre) hanno ottenuto il pagamento di parcelle più alte rispetto a quanto effettivamente dovuto.
E così, dopo il procedimento disciplinare, negli scorsi giorni è scattato il licenziamento di un funzionario addetto alle liquidazioni, che dallo scorso autunno era stato spostato ad altro incarico. La Regione gli contesta gravi negligenze nell’espletamento di una mansione delicatissima, rispetto alla quale il dipendente si è difeso parlando di disattenzione dovuta all’eccessivo carico di lavoro. Giustificazioni che non sono state ritenute sufficienti e che hanno fatto scattare il secondo licenziamento in due mesi di un funzionario dell’Avvocatura.

La questione definita negli scorsi giorni riguarda il pagamento di 23 parcelle emesse nel 2018 ma relative a incarichi che risalgono all’era Fitto. La verifica effettuata dagli uffici ha fatto emergere due irregolarità: da un lato, alcuni fascicoli sono stati pagati due volte. Dall’altro, alcune parcelle (quelle finite nei debiti fuori bilancio della scorsa estate) erano state «gonfiate», nel senso che alla causa era stato attribuito un valore più alto rispetto a quello reale. Il compito del liquidatore è proprio di verificare che la parcella presentata dal legale esterno sia compilata correttamente, rispettando i termini dell’incarico attribuito dalla giunta (che indica anche il valore della controversia, da cui dipende la tariffa). Se la verifica salta o non viene effettuata correttamente, la Regione paga più del dovuto.

Il problema è appunto che, adesso, bisognerà ricontrollare tutte le parcelle passate dal funzionario licenziato: quelle già pagate (e non coperte da prescrizione), quelle liquidate e non ancora pagate, quelle in lavorazione. Potenzialmente il danno alle casse pubbliche potrebbe essere rilevante, anche se in molti casi c’è la possibilità di recuperare quanto eventualmente pagato in più compensandolo con le somme non ancora erogate.

La questione nel frattempo è finita all’attenzione della Procura di Bari, insieme a quella che riguarda l’altro procedimento disciplinare che ha portato al licenziamento di un altro liquidatore e alla sospensione per 6 mesi di un impiegato, mentre un avvocato ha chiesto il pensionamento dal 1° gennaio ma resta sottoposto a procedimento disciplinare. L’avvocato ha chiesto e ottenuto il rimborso di centinaia di migliaia di euro di contributi unificati mai pagati, con la firma del funzionario e dell’impiegato. In questo caso, il meccanismo sarebbe più grossolano perché sono stati erogati rimborsi relativi o a cause affidate ad altri colleghi (è stato uno di loro ad accorgersene ed a segnalare l’anomalia), oppure a procedimenti penali (in cui il contributo unificato non è dovuto). Il procuratore aggiunto Roberto Rossi ha affidato le verifiche alla Finanza, che ha ascoltato alcune persone a conoscenza dei fatti. Anche in questo caso sono in corso verifiche a ritroso per accertare con esattezza il valore dei rimborsi percepiti indebitamente.

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