Paolo Cascavilla “La politica sospesa, la città dormiente, il risveglio possibile”

I Comuni sciolti per mafia vivono una situazione difficile, fragile. C’è bisogno di capire, di accettare una realtà nuova e inaspettata. C’è bisogn

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Comuni sciolti per mafia vivono una situazione difficile, fragile. C’è bisogno di capire, di accettare una realtà nuova e inaspettata.

C’è bisogno di ricucire il tessuto sociale, schiarire le zone grigie. Ho ricordato in una precedente occasione un intervento del Ministero dell’Interno per suggerire iniziative volte alla partecipazione sociale e politica e per accompagnare la cittadinanza a riconoscere forme di mediazione impropria, incrostazioni, meccanismi clientelari. Nei piccoli paesi, a Monte S. Angelo e Mattinata, dove tutti si conoscono, è ancora più difficile. Soffrono i bambini in particolare, imparano già da piccoli ad agire con circospezione. A Manfredonia le parole più usate sono depressione e degrado. “Sto decidendo se rimanere a Piacenza” – “E ci pensi ancora! Qua non c’è niente”. Un’espressione ascoltata centinaia di volte: Qua non c’è niente.

E’ un momento difficile, ma la situazione creatasi con lo scioglimento può (e deve) essere affrontata in termini positivi. I cittadini devono avere la possibilità di radunarsi e discutere. Non si può pagare per utilizzare l’auditorium o anche per incontrarsi in biblioteca. Un luogo aperto al pubblico, dove liberamente ci si può riunire, a meno che non si voglia introdurre il divieto di assembramento! Era il 1848. Di fronte a una crisi economica profonda e ai tagli alla cultura Victor Hugo tenne nel Parlamento francese un memorabile discorso in cui sosteneva che, proprio in tale periodo, “bisognerebbe moltiplicare i luoghi di studio per i bambini, i luoghi di lettura per gli uomini, tutte le organizzazioni, istituzioni in cui si medita, si istruisce, in cui ci si raccoglie, si impara qualcosa, in cui si diventa migliori…”

Con i fichi secchi non si fanno matrimoni”. Mi dissero ai Servizi sociali appena arrivai. Non c’erano soldi, i finanziamenti erano sospesi fino all’approvazione del Piano sociale di zona. Eppure quello fu il periodo più creativo: giornata per la vita e contro la pena di morte, giornata dell’infanzia, forum dei giovani, consulta delle donne… E le scuole prepararono mostre, spettacoli teatrali, composizioni plastiche originali… Le parrocchie finalmente si muovono. (senza esperti e guide spirituali per fortuna), come, dopo lo scioglimento dei rispettivi comuni, hanno fatto a Monte S Angelo e a Mattinata. Le scuole possono provare, con le risorse interne, ad aprire gli edifici (biblioteche e palestre) il pomeriggio? Almeno una volta alla settimana? E i centri sociali, tanti e tutti pubblici, possono fare altrettanto? Il Papa, diversi giorni fa, invitava alcune mamme ad allattare i figli, che piangevano. Ebbene, che ne è del “Baby pit stop” (uno spazio per poter cambiare e allattare il bambino). Lo organizzarono il teatro comunale, la biblioteca, il Luc, la libreria Pancia della balena… e tutte le altre iniziative per la famiglia? Gli spazi per bambini negli uffici pubblici? La vigilanza sulle auto che bloccano gli scivoli per carrozzini e carrozzelle? Gli sconti per le famiglie numerose in alcuni servizi e ai supermercati? Nel dibattito sul potenziamento della polizia municipale si parlò anche di sperimentare il vigile di quartiere... E il Patto della città? Il vescovo ne ha parlato nel suo documento pastorale. Non costa nulla. O meglio costa molto in termini di collaborazione e cooperazione. E il protocollo sulle povertà, sul recupero scolastico (doposcuola), il forum dei ragazzi… Tutte questioni dimenticate negli ultimi anni con la girandola degli assessori (14 in quattro anni) e con la verifica quotidiana delle maggioranze.

Ho scritto recentemente di documenti medievali che attestano la presenza dei boni homines che affiancavano il vescovo nelle decisioni importanti della città. Un embrione di comune o qualcosa di più. Qui è stato sciolto un comune che ha sperimentato, primo in Italia, forme di autonomia! E se intorno ai commissari… Se gli stessi commissari promuovessero piccoli consigli di giovani, docenti, rappresentanti professionali, parroci, pensionati… con cui dialogare e confrontarsi? Come i boni homines o i probi viri di un tempo?

A cura di Paolo Cascavilla, fonte futuriparalleli.it

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