La Regione smantella l’ospedale di Manfredonia”

Da ospedale  di base “rafforzato” a ospedale impoverito. E’ quanto denuncia il vice presidente del consiglio regionale, Giandiego Gatta, in una dettag

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Da ospedale  di base “rafforzato” a ospedale impoverito. E’ quanto denuncia il vice presidente del consiglio regionale, Giandiego Gatta, in una dettagliata interrogazione al presidente della giunta regionale, Michele Emiliano a seguito della nuova delibera regionale n° 1195 del 03/07/2019 nella quale <non solo la dizione “Ospedale di base Rafforzato” scompare, ma un dettagliato cronoprogramma, con scadenza al 31/12/2020, scandisce i tempi della chiusura delle specialistiche non previste da D.M. 70 per gli ospedali di base, con trasferimenti delle stesse o presso i presidi ospedalieri di 1° livello o il riassorbimento presso altre strutture già esistenti e previste del D.M. 70 per gli ospedali di base> rileva irritato Gatta che segue da tempo le vicende del nosocomio manfredoniano periodicamente penalizzato da decurtazioni di sostanziali servizi sanitari e di personale.
<CONTINUA il lento ma inesorabile smantellamento strutturale – notifica il consigliere regionale manfredoniano – del San Camillo De Lellis di Manfredonia nonostante fosse stato gratificato della qualifica di “Ospedale di base Rafforzato”, che ha permesso alla struttura di conservare, sia pure tra difficoltà sempre crescenti e mai risolte dalla Regione, le specialistiche di Gastroenterologia, Cardiologia e Psichiatria. Un provvedimento presentato – rimarca Gatta – come un “rafforzamento” del nosocomio rispetto alla semplice dizione di “Ospedale di base” deliberata dalla giunta regionale nel marzo 2016. Ma si è trattato solo fumo negli occhi>.
UNA SEQUENZA di provvedimenti artatamente programmati, pare di capire, dalla Regione ai danni di un ospedale sul quale <insistono – espone Gatta – un comune di 60mila abitanti, centri viciniori come Zapponeta, Mattinata, Monte S. Angelo e Vieste con popolazione che raggiunge le centomila unità, numero che va perlomeno quadruplicato nel periodo estivo; né può essere sottaciuta, per evidenziarne la “strategicità”, la presenza di importante viabilità e contemporanea presenza di porto industriale, commerciale, turistico per diportisti e marinaro, con la seconda flotta peschereccia dell’Adriatico>. In virtù di queste constatazioni di fatto, il vice presidente della Regione aveva già proposto di elevare l’ospedale di Manfredonia a “primo livello” come del resto è stato fatto per gli ospedali di Cerignola e San Severo che non hanno niente di più di Manfredonia, anzi. C’è da chiedersi perché tanto accanimento nei confronti del San Camillo di Manfredonia e di tutto quello che rappresenta?
LA DISAMINA analitica esposta da Gatta nella interrogazione evidenzia il metodico smembramento dei reparti privati dei medici, del personale infermieristico, delle necessarie strumentazioni e via dicendo. Il consigliere Gatta chiede pertanto di sapere: <come sia possibile che il personale medico e infermieristico sia puntualmente trasferito da Manfredonia a strutture di altri Comuni; cosa intenda fare delle specialistiche citate segnatamente di quelle non previste dal D.M. 70 per gli ospedali di base, pur essendo quello di Manfredonia “rafforzato”; se intenda recepire l’indicazione fornitagli nel corso del lavori della competente commissione consiliare permanente, anche su sollecitazione dello scrivente, di elevare il nosocomio di Manfredonia ad ospedale di Primo livello, alla pari di quelli di Cerignola e San Severo>.


Michele Apollonio

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