Denunciato agricoltore di Manfredonia, usava acque reflue inquinate del Candelaro

Sorpreso e denunciato per inquinamento dalle Guardie Ispettori Ambientali Territoriali della CIVILIS con i CARABINIERI FORESTALI. Peperoni, pomodor

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Sorpreso e denunciato per inquinamento dalle Guardie Ispettori Ambientali Territoriali della CIVILIS con i CARABINIERI FORESTALI.

Peperoni, pomodori, verdura e zucchine irrigate abusivamente con acque inquinate dei depuratori. Stava tranquillamente irrigando i suoi campi agricoli con l’acqua prelevata abusivamente dal canale del torrente Candelaro a cielo aperto nel quale scorrono i reflui provenienti dai depuratore di Capitanata.

Si tratta di un agricoltore Sipontino, su segnalazione degli Ispettori Ambientali Territoriali che hanno tempestivamente chiamato i Carabinieri Forestali intervenuti sul posto e sorpreso in flagranza di reato, stava sistemando una delle tre motopompe, è stato denunciato per aver violato le norme in materia ambientale. L’uomo, infatti, nei pressi del ponte Candelaro,  aveva installato diverse condutture collegate ad un tre potente motore con relativa pompa e aspiratore. In questo modo prelevava l’acqua dal canale che, dai depuratori di capiatanata che scaricano i reflui, che successivamente finiscono alla foce in Siponto di Manfredonia .

Ad accorgersi sia del furto d’acqua che della grave irregolarità ambientale compiuta sono state gli Ispettori Ambientali Territoriali della Civilis, guidati dal Comandante gen. Giuseppe Marasco con lui l’Ispettore Capo Pasquale Grieco. In questo periodo di particolare siccità hanno infatti intensificato i controlli in tutta la zona attraversata il canale candelaro a cielo aperto.Proprio durante l’attività ispettiva hanno trovato le motopompe ancora in funzione, il terreno zuppo d’acqua e l’uomo intento nei lavori di sistemazione. L’agricoltore, dettosi ignaro delle norme regolanti la materia, e guarda caso con la motopompa posizionata proprio sotto i cartelli indicanti i divieti e tutte le norme afferenti, è stato denunciato per aver violato il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale”. Sono state sequestrate sia le motopompe, che i terreni oggetto di innaffiatura.

Sono stati poi effettuati prelievi delle acque ed inviati all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Il blitz compiuto nelle campagne di Manfredonia e dell’intera Capitanata, afferma il Generale Giuseppe Marasco: che si affacciano sul torrente Candelaro di scolo proveniente dai depuratori, ripropone la insalubre pratica, purtroppo ancora diffusa tra molti agricoltori, di utilizzare le acque reflue per i irrigare i propri campi. Una cattiva «abitudine» che viola la legge e, che, per di più, può risultare dannosa alla salute pubblica. L’uso e il contatto con questa acqua fetida e puzzolente provoca la leishmaniosi o la leptospirosi, malattie che possono anche portare alla morte dell’uomo. «Dopo oltre 10 anni di intensa attività preventiva e repressiva – dichiara il Comandante MARASCO – il fenomeno pare non essere stato completamente debellato. Alcune volte chi sorprendiamo non vuole essere “rovinato” senza nemmeno comprendere che questo accade per la sua azione e non certo perché qualcuno cerca di far applicare la legge. Il nostro impegno e la nostra concretezza di azione sul territorio comunale e dell’intera Capitanata ha sempre ingiustamente spaventato, ma non è mai stata intesa nel proprio vero senso: il rispetto dell’ambiente è un obbligo che tutti abbiamo».

Addetto stampa e P.R. CIVILIS

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