Assunzioni sospette, rifiuti e l’ombra dei clan: i motivi del “terremoto” a Manfredonia e Cerignola

                      Partono da alcuni esposti le indagin

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Partono da alcuni esposti le indagini che hanno portato all’arrivo delle Commissioni d’accesso agli atti nei Comuni di Manfredonia e Cerignola. Gli inquirenti hanno lavorato per mesi alla raccolta di indizi che potrebbero far sciogliere per mafia i due enti. Vicende relative al mondo della gestione dei rifiuti sarebbero al centro di entrambe le inchieste. Elementi rilevanti tanto da portare il prefetto ad ottenere dal ministro dell’Interno Salvini l’ok a procedere. Per questo da stamattina, e per i prossimi tre mesi (prorogabili per altri tre), esponenti di Prefettura di Foggia e forze dell’ordine scandaglieranno atti e documenti risalenti anche al 2010.

Nel mirino ci sarebbero soprattutto le aziende della monnezza, ASE per Manfredonia e SIA per Cerignola. Gli esposti giunti negli scorsi mesi agli organi inquirenti, in forma anonima o firmati da gruppi politici avversi alle amministrazioni in carica, parlerebbero di assunzioni sospette di Lsu ritenuti vicini o contigui a famiglie malavitose locali.

Oltre ai rifiuti, particolare attenzione sarà data alle concessioni assegnate per la gestione di spazi pubblici, locali, ristoranti e lidi balneari. A Manfredonia occhi puntati sul clan Romito, ritenuto egemone in riva al golfo. Tanti sarebbero, inoltre, i legami con Mattinata, comune sciolto per mafia nel marzo 2018.

Interdittive antimafia hanno già interessato alcune realtà sipontine come il noto lido “Bagni Bonobo” riconducibile ai Romito, mentre è finito sotto sequestro ed è ora a rischio demolizione il ristorante “Guarda che Luna”, accostato allo stesso gruppo criminale.

A Cerignola, invece, a fine 2017 la Prefettura emise un’interdittiva antimafia legata all’appalto per la gestione della villa comunale.

I prossimi tre mesi, quasi certamente prorogati per altri tre, serviranno più che altro ad arricchire e cementare quanto già raccolto da Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Gli inquirenti sono chiamati ad un lavoro imponente e assai gravoso, che potrebbe portare allo scioglimento di due tra i maggiori comuni della provincia di Foggia, entrambi con oltre 50mila abitanti. Provvedimenti del genere, in passato, hanno interessato per la stragrande maggioranza dei casi centri piuttosto piccoli basti pensare che in Capitanata stessa sorte toccò a Monte Sant’Angelo (12mila abitanti) nel 2015 e Mattinata (6mila abitanti) nel 2018.

 

 

 

Tratto da L’immediato.it

 

 

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