L’ACQUA CONTESA DEL LAGO SALSO

                        maggiori zone umide - mutu

Natale, i regali rendono più felici l’86% dei dipendenti: ecco i 5 più desiderati
Ma Manfredonia f a parte della Puglia?
MATTINATA SI PREPARA A FESTEGGIARE LA MADONNA DELLA LUCE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

maggiori zone umide – mutuo soccorso – rete di canali – agricoltori e allevatori – non oculata e adeguata gestione – stato di abbandono – valorizzazione dell’Oasi – turismo di qualità – elargizione gratuita>>

Braccio di ferro tra i gestori dell’Oasi lago salso e gli agricoltori dei terreni circostanti. Casus belli è l’acqua. Quella che di solito affluisce nelle vasche di una delle maggiori zone umide non solo del meridione. La fonte da cui deriva è il torrente Cervaro. E’ da questo corso d’acqua che scorre a sud dell’oasi, che defluisce in inverno l’acqua che poi stagna nel comprensorio che si apre a ridosso della litoranea che lambisce il litorale sud, a pochi chilometri da Manfredonia. Per arrivare alle vasche dell’oasi l’acqua deve attraversare una rete di canali controllati da paratie mobili, che corrono nei terreni di proprietà privata degli agricoltori e degli allevatori della zona. I quali attingono, specie in estate, l’acqua dell’oasi per i bisogni delle colture e degli animali.
Un mutuo soccorso che si è, a quanto pare interrotto. A quanto lamentano i proprietari dei terreni attraversati dai canali che portano l’acqua dal Cervaro, i gestori dell’oasi non consentirebbero che agricoltori e allevatori attingano acqua dalle vasche dell’oasi. E dunque, per ritorsione, questi ultimi non consentono che l’acqua dal Cervaro attraversi i propri terreni di proprietà e quindi vada ad alimentare quella zona umida che pertanto rimane asciutta con gravi danni alla conservazione di un comprensorio di alto valore ambientale e alla vita degli uccelli costretti ad emigrare altrove. Analogo discorso vale per agricoltori e allevatori i quali non avendo acqua a sufficienza vedono raccolti e allevamenti in pericolo. Sono purtroppo gli effetti che derivano da una qualsiasi forma di guerra che mette in contrapposizione interessi legittimi ma contrastanti, quando invece dovrebbero coesistere, armonizzati fra di essi.
I proprietari dei terreni – riferisce Matteo Totaro, vicepresidente regionale degli allevatori – hanno chiesto l’intervento della prefettura di Foggia non avendo avuto fin qui successo l’interlocuzione con l’ente Parco del Gargano nel cui ambito l’Oasi lago salso è compresa e più in particolare con la società che gestisce quel comprensorio di oltre quattrocento ettari. I maggiori rilievi sono rivolti a quest’ultima rea, secondo non solo gli agricoltori, di una quanto meno non oculata e adeguata gestione di quel comprensorio che ha conosciuto tempi migliori quando la zona umida era popolata da numerose specie di volatili e quella asciutta coltivata con gratificanti ritorni economici. Viene lamentato un certo stato di abbandono del comprensorio o quanto meno la carenza di appropriata valorizzazione dell’Oasi anche ai fini turistici. Si spiegano così atti vandalici come quello ultimo dell’incendio di un capanno che avrebbe dovuto essere una sorta di museo dei luoghi. Così come inspiegabilmente, rimane chiusa e inoperosa la foresteria, un piccolo albergo attrezzato di tutto punto e pronto per l’uso, realizzato con fiondi regionali.
Quello che avrebbe potuto e dovuto essere un riferimento di grande valore attrattivo per un turismo di qualità di Manfredonia, è invece è stato alienato – viene evidenziato – regalato al Parco del Gargano per compensare aree pedegarganiche usate per l’industria che non è mai decollata. Una elargizione gratuita che l’amministrazione comunale non avrebbe potuto effettuare, si rileva, in quanto quel comprensorio fa parte del demanio civico inalienabile.
Michele Apollonio

COMMENTI

WORDPRESS: 0