Tentato omicidio in concorso a Mattinata, due condanne

Tentato omicidio in concorso: con recente provvedimento, il Tribunale di Foggia ha condannato a 8 anni e 6 mesi di reclusione il 28enne di Mattinata 

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Tentato omicidio in concorso: con recente provvedimento, il Tribunale di Foggia ha condannato a 8 anni e 6 mesi di reclusione il 28enne di Mattinata Andrea Quitadamo, detto “Baffino junior”, e a 7 anni e 6 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali (come stabilito per Andrea Quitadamo), il 24enne Fabio Pio Di Mauro, al quale tuttavia sono state concesse le attenuanti generiche equivalenti alla contestata recidiva.

Così in seguito all’udienza del 5 febbraio 2018, della prima sezione penale del Tribunale foggiano, Presidente Mario Talani.

Come riporta “L’Immediato“, “entrambi gli imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e interdetti legalmente per la durata della pena”. “Inoltre i due giovani sono stati condannati al risarcimento dei danni subiti dalla costituita parte civile da liquidarsi in separata sede nonché al pagamento delle spese di costituzione sostenute dalla stessa parte civile, in complessivi 3mila euro oltre IVA”. “Condannati, inoltre, al pagamento di una provvisionale in favore della parte civile quantificata in 5mila euro”. Avvocati difensori Michele Arena, Francesco Santangelo e Carlo Mari.

Il tentato omicidio
Come già riportato, per il reato di tentato omicidio in concorso, nello scorso aprile 2016 i Carabinieri della Compagnia di Manfredonia avevano rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto, a Mattinata, i citati Andrea Quitadamo e Fabio Pio Di Mauro.

In particolare il 7 aprile 2016, verso la mezzanotte, la pattuglia dei Carabinieri di Mattinata si era recata in una pizzeria del centro dove era stata segnalata la presenza di una persona gravemente ferita. Sul posto è stato rinvenuto Antonio Pio Prencipe che giaceva a terra con gravi ferite al capo ed al torace. Sul luogo sono intervenuti, poco dopo, i soccorritori del 118 e altri carabinieri da Manfredonia.

DA SINISTRA: QUITADAMO E DI MAURO

Acquisite le immagini, gli inquirenti hanno rilevato che alle ore 23.30 era sopraggiunta l’autovettura di Antonio Pio Prencipe e poi, dopo dieci minuti, un’auto dalla quale erano scese tre persone, una delle quali con in mano un’accetta, che si erano dirette di corsa verso il locale. Nello specifico le immagini mostravano sopraggiungere l’auto del citato Prencipe che, sceso dal veicolo, si dirigeva verso la pizzeria. Circa dieci minuti dopo sopraggiungeva un’auto in uso a Andrea Quitadamo, che arrestava la marcia a destra, poco oltre l’auto del Prencipe.

Si apriva la portiera del passeggero anteriore e dal veicolo scendeva una persona, brandendo un’accetta. Usciva, quindi, il conducente dell’auto, poi individuato in Andrea Quitadamo e si dirigeva verso la pizzeria, seguito, subito dopo, dal passeggero posteriore, poi individuato in Fabio Pio Di Mauro. Viste le immagini e tenuto conto delle dichiarazioni nell’immediatezza fatte dalla persona offesa, i carabinieri si sono posti nelle immediate ricerche degli autori effettuando diverse perquisizioni.

Nella circostanza, nell’abitazione del Quitadamo è stata notata la presenza, di fronte la porta di casa, di un’auto, che, al tatto, aveva il cofano del motore ancora caldo, segno che non era trascorso molto tempo da quando era stata lì parcheggiata; il mezzo è stato sottoposto a sequestro. Sono state quindi effettuate altre perquisizioni in ambito rurale estese in una serie di masserie localizzate in area impervia e, in una di queste, è stato trovato Andrea Quitadamo. L’uomo prima aveva negato di essere stato sul luogo dell’avvenuta aggressione, per poi ammettere di essere stato sul posto con la sua auto in compagnia di due complici. Alle prime luci dell’alba, è stato rintracciato Fabio Pio Di Mauro, che nel frattempo era rincasato nella sua abitazione. Il terzo indagato si è costituito presso il Commissariato di P.S. di Manfredonia.

Il movente alla base dei fatti, dissero al tempo i Carabinieri, andava ricondotto a litigi di confine nei terreni gestiti dalla vittima e da un aggressore in agro di Mattinata.

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