Pomodoro, scatta l’obbligo della tracciabilità.

Accordo interprofessionale e tracciabilità del prodotto saranno i pilastri della strategia di rilancio della filiera meridionale del pomodoro da indus

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Accordo interprofessionale e tracciabilità del prodotto saranno i pilastri della strategia di rilancio della filiera meridionale del pomodoro da industria”. Lo afferma l’onorevole Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura, commentando l’approvazione all’unanimità, da parte della stessa Commissione, della risoluzione presentata con l’obiettivo di “sollecitare l’intervento del Governo ad adottare una forte iniziativa a livello nazionale e comunitario per favorire il superamento delle difficoltà del comparto a livello produttivo e commerciale”.
“Ho elaborato e condiviso il documento con i miei colleghi pugliesi per riaffermare la leadership assoluta dell’Italia nell’Unione europea nella produzione e trasformazione di pomodoro da industria e quella del Sud, grazie soprattutto alla provincia di Foggia, a livello nazionale”.
L’export nei soli Paesi dell’UE vale 750 milioni di euro annui grazie alle 200 imprese agroindustriali attive che impiegano 15.000 addetti.
Altrettanto sostanzioso è il flusso delle importazioni, particolarmente quelle dalla Cina, che rende palesi le criticità che hanno determinato la costante riduzione delle superfici produttive.
A correre i maggiori rischi è la filiera meridionale, a cui partecipano decine di migliaia di agricoltori e quasi un centinaio di stabilimenti di trasformazione, il cui giro d’affari annuo è compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro.
La Commissione Agricoltura ha condiviso la necessità di costruire un’organizzazione interprofessionale, così come previsto dalle normative comunitarie, che metta insieme tutti gli attori della filiera con l’obiettivo di sviluppare misure utili a risolvere le criticità, a partire da quelle legate all’accordo sul prezzo della materia prima, e a fare crescere e rendere maggiormente competitive le produzioni agricole ed i prodotti trasformati.
La tracciabilità del prodotto, come è accaduto per altre filiere, è l’altro obiettivo da perseguire strategicamente per rafforzare e valorizzare il Made in Italy, a partire dal mercato interno, garantendo ai consumatori la salubrità del prodotto.

Soddisfatta Confagricoltura Foggia. “E’ indiscutibile il valore economico di questa coltivazione per il Paese tutto – commenta il presidente Onofrio Giuliano -, ma per il sud in particolare, dove il nostro territorio, la Provincia di Foggia, conferma il suo ruolo di leader. L’obbligo dell’indicazione del paese di produzione del prodotto è stata da sempre da noi valutata come indispensabile per una corretta informazione del consumatore ma anche soprattutto in una logica di mercato che vada a salvaguardare i produttori italiani, ed in particolare del nostro areale, consentendo la tracciabilità e riconoscibilità del ‘prodotto pomodoro’”.

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