Riccardi dichiara guerra al calcio

Il comune di Manfredonia ha rescisso il contratto di gestione dello stadio Miramare affidato alla “Associazione sportiva dilettantistica Manfredonia c

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Il comune di Manfredonia ha rescisso il contratto di gestione dello stadio Miramare affidato alla “Associazione sportiva dilettantistica Manfredonia calcio 1932”. Una iniziativa improvvisa e inaspettata. O forse no, del tutto ordinaria, in perfetto stile riccardiano ormai accreditato da innumerevoli provvedimenti a dir poco estemporanei. La ragione della iniziativa è la <non condivisione del sostegno economico offerto dalla società Energas alla squadra di calcio locale>. Non dunque ragioni riconducibili a motivi tecnici, di sicurezza, di risparmio economico. No, niente di tutto questo. Semplicemente per fare un dispetto ad una società sportiva che ha il torto di essersi preoccupata, in un momento di grande crisi economica e finanziaria, di reperire risorse necessarie per proseguire l’attività del sodalizio calcistico sipontino. Un dispetto che ovviamente si estende a tutta la tifoseria biancoceleste e non solo. Un intervento alla turca.
Ancora una volta il sindaco Angelo Riccardi mischia politica, sport ed altri interessi che non sono quelli di cui la città ha maledettamente bisogno dal momento che le problematiche di fondo che attanagliano la popolazione si sono andare accentuando e allargando in questi ultimi sei anni di governo Riccardi.
Questa ennesima “riccardata” per quanto ascrivibile ad un ormai ordinario modo di gestire la città, ha destato sorpresa e meraviglia. A cominciare dal presidente del Manfredonia calcio, l’imprenditore edile Antonio Sdanga. <Ritengo si tratti di un provvedimento senza alcun fondamento> ha commentato <essendo il rapporto di gestione disciplinato da una convenzione che preclude la rescissione nelle forme e nei modi riportati dal comunicato stampa comunale. Mi aspetto pertanto una immediata smentita rispetto ad un’iniziativa che, se confermata, richiamerebbe gli estremi di un illecito civile, fondato su una evidente confusione interpretativa ai limiti dell’abuso contrattuale>.
Il presidente Sdanga ha pertanto annunciato di aver affidato ai legali <il compito di riportare la questione nei giusti alvei della legalità e della trasparenza> non escludendo <un esposto alla Procura della Repubblica>. Per Riccardi un ulteriore inghippo giudiziario che si accoda a quelli di Pescara e dell’incidente stradale di alcuni giorni orsono. E’ evidente come la questione Energas stia condizionando anche psicologicamente il sindaco Riccardi al punto di aver dimenticato o messo da parte che un sindaco è il garante dei diritti di tutti i cittadini anche di quelli che non la pensano come lui. E ce ne sono. Anzi è una schiera che va accrescendosi di giorno in giorno. Anche tra i suoi “collaboratori”, si vocifera, vanno emergendo quanto meno dei distinguo sulle sia pur poche questioni amministrative. Il suo è ormai un atteggiamento da despota. Esemplare sono le modalità con le quali ha affrontato e portato avanti il progetto Energas. Invece di governarlo – è l’opinione corrente – in modo tale da smussare le opposte tesi e dunque riportare la questione alla sua oggettiva verità, lo ha usato come una clava per sostenere le argomentazioni di una parte e osteggiare l’altra parte poco evidente ma alquanto cospicua. Di tanto, la bordata contro la squadra di calcio è un esempio allarmante.
Michele Apollonio

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