Scontro sul grano duro: a Foggia triste primato, non quotati prezzi delle produzioni

Nella seduta di ieri, 12 luglio, è andata in scena l’ennesima contrapposizione all’interno della commissione per la rilevazione dei prezzi di CCIAA c

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Nella seduta di ieri, 12 luglio, è andata in scena l’ennesima contrapposizione all’interno della commissione per la rilevazione dei prezzi di CCIAA con particolare riferimento alle quotazioni del grano duro. In questo, Foggia continua a detenere il triste primato di piazza cerealicola che non quota i prezzi delle produzioni agricole.

A fronte del tentativo delle OO.PP. Agricole di far emergere le reali quotazioni di mercato – si legge in una nota di Confagricoltura Foggia – si è registrato da parte della componente commerciale, un comportamento di evidente natura speculativa tendente non solo a non dare punti di riferimento, ma addirittura a tentare di variare quelle che sono le caratteristiche merceologiche dei prodotti agricoli riferite, nel caso del grano duro, al valore proteico.

Questo in una chiara logica speculativa. Appare strano – aggiungono da Confagricoltura – come mentre nella scorsa annata, con prezzi di mercato molto più bassi la parte commerciale esibisse regolarmente ad ogni incontro della Commissione rilevazione prezzi, fatture di acquisto che certificavano la tendenza al ribasso, quest’anno in una situazione diametralmente opposta, e con un mercato molto vivace e tendente al rialzo, non presentino alcun documento, quasi che non ci siano state contrattazioni, e di conseguenza fatture da esibire.

Il tutto appare ancora più stridente, in presenza delle previsioni di raccolta del grano duro Nord Americano, che segnalano un forte calo produttivo addirittura superiore al 40%. La scrivente OO.PP.A. oltre a denunciare tutto ciò, e impegnarsi all’esibizione di fatture dei propri associati nelle prossime riunioni, rilevano anche la possibilità di un danno di immagine per la piazza di Foggia anche alla luce della prossima attribuzione della CUN al nostro territorio. Chi oggi sta tentando di manipolare dati di assoluta evidenza ai danni dei nostri agricoltori – concludono – si assume una responsabilità ancora maggiore che non porta alcun giovamento alla complessiva credibilità del territorio”.

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