Campagna pomodoro 2016: il bilancio in provincia di Foggia

Un’annata anomala resa precaria dal clima. Ma le conseguenze sarebbero potuto essere meno nefaste con una programmazione diversa e un più rigoroso ri

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Un’annata anomala resa precaria dal clima. Ma le conseguenze sarebbero potuto essere meno nefaste con una programmazione diversa e un più rigoroso rispetto delle regole. Lo pensa Michele Ferrandino, presidente provinciale della CIA-Agricoltori Italiani di Foggia. I primi bilanci della campagna del pomodoro da industria in Capitanata non sono dei più incoraggianti: “Le rese sono inferiori alle aspettative: ai 2300 ettari letteralmente saltati con la grandinata di giugno che si è abbattuta soprattutto nel territorio di Lesina si aggiungono le infestazioni di orobanche e batteriosi che hanno ulteriormente decimato la produzione. Oggi siamo al 60-70% di raccolto rispetto agli impegni assunti con le industrie di trasformazione e probabilmente sarà difficile onorare i contratti”.

 

Contratti che non sono stati rivisitati come ci si sarebbe aspettato dopo gli eventi calamitosi dello scorso giugno. Invece le fabbriche si stanno attenendo agli accordi inizialmente sottoscritti: “Alcune industrie non stanno mantenendo un comportamento etico: c’è chi sta ritirando prodotto a prezzo superiore rispetto a quello contrattato – denuncia il presidente CIA Foggia Michele Ferrandino – e questo sta creando un po’ di maretta tra gli agricoltori. In più, c’è un mercato parallelo di commercianti che gira acquistando prodotti in campo”.

 

Nell’ultima riunione del Polo Distrettuale del Pomodoro da Industria del Centro Sud Italia, a fine agosto ad Angri nella sede dell’Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali), la CIA-Agricoltori Italiani rappresentata dalla responsabile nazionale Anna Rufolo, ha sostenuto l’urgenza di ripristinare un quadro di regole certe e verificarne l’effettivo rispetto, insieme alla necessità di consentire agli agricoltori di programmare la campagna per tempo. “Vogliamo che il Distretto torni a funzionare davvero. Già a fine campagna ed entro l’anno occorre definire la programmazione per consentire agli agricoltori di operare le opportune scelte, altrimenti navigheremo a vista”.

 


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