Riforma porti una opportunità da non sprecare

La riforma dei porti accelera. Gli organi tecnici dell’Autorità del sistema portuale dell’Adriatico meridionale, sono al lavoro per definire le oppor

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La riforma dei porti accelera. Gli organi tecnici dell’Autorità del sistema portuale dell’Adriatico meridionale, sono al lavoro per definire le opportune strategie per dare operatività al raggruppamento di porti di riferimento, vale a dire Bari, Brindisi, Monopoli, Barletta, Manfredonia. La riforma portuale così come definita dal ministro Delrio, è all’attenzione delle commissioni parlamentari di Camera e Senato per gli adempimenti di legge che si prevede saranno portati a termine entro il prossimo luglio.
Per quella data dovrà essere completato il lavoro propedeutico al varo delle nuove Autorità portuali. Fra cui per l’appunto quella dell’Adriatico meridionale con capofila e sede Bari. Una edizione riveduta ed aggiornata di quella “Autorità portuale del levante” concepita nel 2004 dal presidente dell’Autorità portuale di Bari Francesco Mariani (oggi commissario della nuova Autority) e dall’allora sindaco di Manfredonia Paolo Campo. Una intuizione allora osteggiata per motivi politici, ma che oggi trova piena conferma.
Una esperienza del tutto nuova quella di cinque porti in cooperazione fra loro. Non sarà di certo agevole mettere in rete cinque realtà portuali. Le rispettive diversificazioni tecniche e logistiche se da una parte costituiscono una problematicità, dall’altra rappresentano una ricchezza di offerta di notevole interesse. <L’obiettivo per il quale si sta lavorando – viene detto a Bari – è quello di creare un sistema integrato fra i vari porti tenendo conto delle rispettive caratteristiche tecniche e logistiche con particolare riferimento ai collegamenti con l’entroterra. Occorre pensare e operare ex novo: il passato non deve essere un problema. E’ la sfida del prossimo futuro che determinerà lo sviluppo di quelle aree di riferimento dei vari porti o il loro definitivo declino>.
L’orientamento di base sarà il mercato, capire quali sono le esigenze dei traffici mercantili anche in rapporto all’Europa, dei corridoi di penetrazione verso l’interno. E’ pertanto essenziale conoscere e definire le situazioni locali, la dotazione delle strutture dei trasporti, le interconnessioni tra strada, ferrovia, aree industriali con forte richiamo agli interporti. In questa prospettiva i porti di Bari e Brindisi sono in posizione avanzata per il know how acquisito e l’esperienza maturata. Avvantaggiati sono Monopoli e Barletta per essere da tempo satelliti di quei porti. Borderline rimane Manfredonia andata sempre più accentuando il suo isolamento e la carenza di traffici.
Nella prospettiva, fondamentale saranno gli operatori cui saranno affidati i nuovi compiti: occorrono – si insiste a Bari – operatori professionalmente preparati con una visione strategica della nuova realtà in progress. In questo contesto i Comuni avranno un ruolo determinante, spetterà infatti a loro designare il rappresentante nel Comitato di gestione dell’Autority. A Manfredonia, non solo negli ambienti portuali, si confida che la nuova esperienza di governace multipla, porti anche un sostanziale rinnovamento nella visione e responsabilità del porto. La spinta che arriva forte dal mondo portuale è che si privilegi il criterio della qualità, della competenza affidando quel ruolo a persone di sperimentata efficienza e si abbandoni la deleteria e nefasta “logica” di piazzare l’amico o il politico fin qui abbondantemente seguita. Laddove si è operato tenendo presente le regole del mercato, dell’efficienza, della lungimiranza, i risultarti sono stati eclatanti. Un esempio per tutti, la Lotras con base a Foggia e diramazioni in tutta Italia, purtroppo (per noi) di quella opposta al sud. Col nuovo assetto dell’Autority unica, Manfredonia dovrà cercare di risalire la china e riappropriarsi del ruolo colpevolmente tradito.
Michele Apollonio

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