Legalità e libero mercato

Non è la prima né sarà l’ultima iniziativa che ha per oggetto il discorso sulla legalità nelle sue variegate sfaccettature. Una meritoria attività ch

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Non è la prima né sarà l’ultima iniziativa che ha per oggetto il discorso sulla legalità nelle sue variegate sfaccettature. Una meritoria attività che non ha tuttavia dato i risultati sperati. C’è ancora molto da fare come è emerso nel corso della conferenza tenuta all’Istituto tecnico economico “Toniolo” che l’ha organizzata assieme alla sezione locale dell’Associazione nazionale carabinieri: <una riflessione sui valori della cittadinanza attiva e responsabile> ha indicato il presidente Michele Trotta.
Il tema ha focalizzato i rapporti tra la legalità e il libero mercato che gli studenti hanno trattato con specifica professionalità forti del percorso formativo seguito nel “Toniolo”, un istituto tra i 25 migliori d’Italia con attività a livello europeo, frequentato da mille studenti di cui 56 disabili, tra i quali numerose le eccellenze. <Gli studenti hanno analizzato> ha spiegato il preside Pellegrino Iannelli <i fattori perturbanti del mercato che generano effetti nefasti sull’economia e sulla società e per contro la capacità della concorrenza di valorizzare le risorse presenti nel sistema economico e di saper attrarre nuove risorse per generare ricchezza e libertà>.
Dinanzi ad un auditorium colmo di studenti e di autorità civili e militari provinciali e locali, il vice ministro agli Affari interni Filippo Bubbico, il Generale di brigata dei carabinieri Giovanni Cataldo, il presidente della Commissione della Camera Politiche europee Michele Bordo, il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, hanno analizzato secondo i rispettivi punti di osservazione, in un dibattito coordinato da Vincenzo Leone, la serie di quesiti posti dagli studenti che hanno evidenziato vari aspetti della illegalità quali corruzione, contraffazione, sofisticazioni alimentari, crack bancari, economia sommersa, lavoro nero, trasparenza, rapporti con i cittadini, governance pubblica e via discorrendo. Una gamma di esemplificazioni attinte a situazioni correnti nazionali e locali che vedono implicati “governanti e potenti”.
Il sindaco Riccardi ha allargato l’orizzonte di un “territorio difficile” chiamando in causa i cittadini ad una responsabilità collettiva. Ha enunciato tutta una serie di illegalità, cominciando dalle cose più semplici come quello di non calzare il casco in motocicletta, alle contraffazioni, dall’abusivismo generalizzato, al diffuso lavoro nero, agli appalti. Un elenco nutrito dal quale sono rimaste fuori tante altre illegalità che tracciano un profilo niente affatto confortante di un territorio attraversato da squilibri e inquietudini preoccupanti ancorché velate da un ostentato benessere del quale occorrerebbe conoscere le fonti. <Una serie di elementi probatori interessanti> ha rilevato il Generale Cataldo elogiando l’attivismo dell’Istituto Toniolo e la vivacità culturale di tanti giovani “seme incoraggiante per la moralizzazione della società>.
Conferme di una tendenza non certo esaltante anche dall’on. Bordo che ha allargato, dalla sua posizione più avanzata, lo sguardo all’Europa. <L’Italia è prima in Europa per evasione fiscale, vale a dire un quinto di quella europea. Una disparità che favorisce le illegalità che sono tanto più accentuate al sud perché qui affluiscono maggiori risorse finanziarie>. Ha rimandato alle riforme intraprese dal Governo la possibilità di risalire la china. <Contributi culturali importanti> ha definito la conferenza il vice ministro Bubbico osservando come <le regole non sono un vincolo ma garantiscono l’esercizio della libertà: la risorsa di fiducia è più significativa di quelle materiali ed economiche> ha affermato e ammonendo <ciascuno deve fare il suo>.
Michele Apollonio

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