Siponto, Casa Scalabrini pronta ad ospitare oltre 30 rifugiati.

“Ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi. Viviamo ripiegati in patrie chiuse, inospitali”. Riprendendo la proposta lanciata da Papa Francesco

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“Ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi. Viviamo ripiegati in patrie chiuse, inospitali”. Riprendendo la proposta lanciata da Papa Francesco durante l’Angelus, Padre Pio Antonio Finizio presenta la sede di Casa Scalabrini, a Siponto.

Sul modello del Centro Casa di Carità di Manfredonia, in grado di ospitare 20-25 rifugiati, Casa Scalabrini decide oggi di proporsi alla Prefettura di Foggia come centro di accoglienza, attuando, seppure con qualche ritardo, la messa a norma della struttura come richiesto dalla gara di appalto. In particolare, attraverso un piano di sicurezza antincendio, qualche lavoro sugli ambienti mensa e ristoro, e dotando le camere, che ospiteranno fino a 33 immigrati, di idonei servizi igienici.

“>Casa Scalabrini (3)Sostituendo Padre Arcangelo Maira, Padre Pio Finizio diventa, dal primo settembre 2015, Direttore dell’Ufficio Migrantes per la Diocesi di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo. Un po’ di storia: la famiglia religiosa cattolica dei padri Scalabriniani prese il nome dall’omonimo Vescovo, proclamato beato, quando, interessandosi alle condizioni degli emigranti italiani verso le Americhe, fondò a Piacenza, nel 1887, la Congregazione dei missionari.

La struttura di Casa Scalabrini ha educato alla missione, dagli anni ‘60 in poi (in quanto sede distaccata della Scuola Perotto), gli studenti delle medie. Terminati gli studi, gli stessi ragazzi decidevano se proseguire, spesso partendo per altri istituti.

È questa la storia anche di Pio Antonio Finizio. Originario di Carpino, conosce presto la realtà sipontina proprio attraverso il seminario e nel 1986, toccato da fenomeni di emigrazione in ambito familiare, prende i voti e parte alla volta degli Stati Uniti e del Canada. Nel frattempo, essendosi fatti strada grazie alle attività di accoglienza e formazione, gli Scalabriniani hanno già dato vita a seminari in 33 paesi del mondo.

Dopo i flussi migratori che hanno visto partire gli italiani verso Europa e Stati Uniti, il territorio sipontino si ritrova, a partire dagli anni ’90, ad accogliere immigrati provenienti dal Nord Africa (Marocco, Algeria e Tunisia), impiegati soprattutto nella raccolta di pomodori. Poi (a seguito del rifiuto da parte del caporalato verso quegli africani che nel frattempo avevano imparato a difendersi), vede una spiccata provenienza da paesi che vantano una minore differenza culturale: la cattolica Polonia, la Romania, la Bulgaria. Nel 2002 nascono i C.A.R.A (Centri Accoglienza Richiedenti Asilo), e nella ex base aerea Nato di Borgo Mezzanone possono trovare posto 600-700 richiedenti, in attesa di riconoscimento.

L’attesa richiede però qualche mese, necessario alle verifiche. La politica del governo è dunque volta all’integrazione, a partire dall’assistenza per proseguire con l’apprendimento della lingua e la conoscenza del territorio. Partono diversi progetti su iniziativa del Comune e della Prefettura.

“È necessario mostrare la propria volontà di accoglienza. Questa gente è sul territorio in attesa, è vero, di averne diritto. Hanno tuttavia diritto di chiedere l’asilo: per questa ragione non amo che si parli di clandestini”, sottolinea Padre Pio Finizio.

Padre Pio Antonio Finizio

Padre Pio Antonio Finizio

Nella zona di sospensione, difficile anche sotto il profilo psicologico, in cui indugiano, i rifugiati apprendono, mandano i loro bambini a scuola, lavorano. A proposito del progetto, Padre Pio dichiara di aver “previsto di destinare la seconda parte della struttura preesistente alle associazioni interessate all’interazione, purché offrano prestazioni (lezioni di lingua, musica…) in cambio di affitti calibrati”.

Per ogni persona ospitata, i Fondi Europei prevedono lo stanziamento di 32 euro al giorno, gestiti dalle Prefetture secondo tabelle distributive che comprendono le spese di cibo, vestiario ed eventuale mediazione culturale. Le Prefetture richiedono invece una fideiussione bancaria per le strutture che vogliano candidarsi.

Il progetto di Casa Scalabrini attende la risposta della Prefettura di Foggia entro la fine dell’anno. Per il momento, Padre Pio nota “i segni di un risveglio a livello europeo sulla questione immigrazione” e, sulla scia di quanto dichiarato dal Papa, si impegna ad “organizzare la risposta che dovrebbe provenire dalla Chiesa”. Aprendo la mente, le braccia. E, si spera, anche la città.

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