Truffa ‘flaconi d’oro’ Asl Foggia: una condanna e 6 rinvii a giudizio

Saranno sei le persone che dovranno rispondere alle accuse nel processo per la truffa dei ‘flaconi d’oro’ alla Asl di Foggia: si tratta dei dipendenti

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Saranno sei le persone che dovranno rispondere alle accuse nel processo per la truffa dei ‘flaconi d’oro’ alla Asl di Foggia: si tratta dei dipendenti Asl Romolo De Francesco, Nazario Di Stefano, Nicola Marinaro, Giovanni GrilliMatteo Melchionda e dell’imprenditore Ettore Folcando.

Per l’altro imprenditore coinvolto, Stefano Frongia, si è invece deciso per il rito abbreviato con una condanna di 1 anno e 8 mesi.

La vicenda: La truffa “abnorme” ai danni della sanità pubblica, secondo la Procura di Foggia, sarebbe partita dall’ospedale di Manfredonia, dove in tre anni sarebbero stati spesi 2,5 milioni di euro per acquistare disinfettante in quantità “abnorme” e a prezzi “gonfiati. Dove sarebbe bastato invece spendere ottomila e cinquecento euro. Ovvero novantacinque euro per ogni flacone da cinque litri.

Invece la Asl di Foggia ne ha acquistati ben mille e duecento, arrivando a tirare fuori in tre anni (dal 2009 al 2011) quasi due milioni e mezzo di euro di soldi pubblici. E pagando ogni singola bottiglietta (sempre da cinque litri) 1900 euro (Iva inclusa). La Guardia di finanza ha accertato anche si trattava di una fornitura inutile in quanto gli ospedali coinvolti nella truffa (Manfredonia, Lucera e San Severo) avevano la farmacia già provvista di tali prodotti.

Ma non è tutto: un milione e mezzo di euro per i flaconi d’oro erano in realtà “ordini falsi”, “mai autorizzati” e pagati dal servizio sanitario con l’utilizzo di timbri e firme fasulli. Dunque, secondo i Pm, i tre ospedali di Capitanata per due imprenditori erano diventati rubinetti da soldi facili. Dove correvano tangenti, viaggi gratis e perfino buoni di benzina per i pubblici funzionari dell’ufficio “patrimonio” che “inventavano” gli ordini del disinfettante d’oro. Le indagini della Guardia di Finanza,  sono partite grazie ad un medico, un responsabile dell’’ospedale di San Severo, che davanti all’arrivo della prima fornitura di Trigene – questo il nome del disinfettante – con relativa bolla d’accompagnamento, è saltato sulla sedia davanti al prezzo d’acquisto. La nota è arrivata fino ai tavoli dell’assessorato regionale ed è poi finita in Procura. E da lì è partita l’inchiesta.

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