Svimez: Puglia prima per tagli fatti alla spesa alimentare

  La Puglia (-11,3 per cento) è la regione dell’Italia che ha tagliato di più la spesa alimentare dall’inizio della crisi. Per la prima volta

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La Puglia (-11,3 per cento) è la regione dell’Italia che ha tagliato di più la spesa alimentare dall’inizio della crisi. Per la prima volta le famiglie del Sud Italia, secondo lo studio Svimez, hanno speso meno per mangiare di quelle del Nord, invertendo una tendenza storica che vedeva le regioni meridionali destinare all’alimentare una parte maggiore del proprio budget rispetto a quelle settentrionali.
“Il 56 per cento delle famiglie pugliesi ha ridotto gli sprechi – è il commento del presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – facendo la spesa in modo più oculato magari direttamente dal produttore con l’acquisto di cibi più freschi che durano di più, il 34 per cento ha ridotto le dosi acquistate, il 27 per cento utilizzando quello che avanza per il pasto successivo e il 18 per cento prestando più attenzione alla data di scadenza”.

L’acquisto diretto dal produttore è stato il segmento più dinamico anche nel 2014 grazie alla possibilità di fare acquisti di qualità al giusto prezzo. “I prodotti più acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sono – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, le conserve di frutta, ma non manca l’interesse per i prodotti non alimentari come ad esempio gli agri-cosmetici, come creme e saponi a base di olio extravergine di oliva e gli agri-detersivi. All’interno dei nostri mercati vengono contenuti gli sprechi di imballaggi con l’offerta, ad esempio, di vino sfuso, sono banditi gli OGM e sono messi a disposizione spesso servizi di vendita a domicilio e offerte speciali per i gruppi di acquisto solidale (Gas) formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose”.
“Le esperienze del passato – conclude Coldiretti Puglia – inducono gli anziani a sprecare meno dei giovani e le famiglie meno dei single, spesso costretti ad acquistare maggiori quantità di cibo in mancanza di formati adeguati”.
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