Manfredonia, tonfo demografico: in 8 anni sotto di mille abitanti

Al dicembre 2012 gli anziani a Manfredonia erano 10.229 pari al 18,18% della popolazione di 56.239 unità. I minori, da 0 a14 anni, erano 8.791. Nel 20

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Al dicembre 2012 gli anziani a Manfredonia erano 10.229 pari al 18,18% della popolazione di 56.239 unità. I minori, da 0 a14 anni, erano 8.791. Nel 2004, 8 anni fa, gli anziani erano 8.346 e i minori 10.142.

In otto anni la situazione si è completamente capovolta. La natalità è passata da 623 unità nel 2004 a 508 nel 2012. In otto anni il numero degli abitanti si è ridotto da 57.334 a 56.239. Nello stesso arco di tempo, dal 2004 al 2012, l’età media è passata da 37,8 anni a quasi 41 anni.

Sono alcuni numeri in un report dell’assessorato alle politiche sociali sviluppato di concento con i Servizi sociali comunali, sulla situazione demografica. Una fotografia non esaltante, preoccupante per le tendenze “innaturali” che evidenzia. Numeri sui quali l’assessorato e i Servizi sociali hanno in corso riflessioni in vista della preparazione del terzo Piano sociale di zona.

Consola poco o niente che il dato sulla popolazione anziana pone Manfredonia in linea con le percentuali regionali e nazionali. Anche il calo del numero dei residenti è in linea con quello della provincia di Foggia (- 23.941), l’unica della Puglia a registrare un decremento così vistoso. L’unico dato positivo e per certi aspetti nuovo che va valutato, è l’allungamento straordinario della vita. L’Italia è oggi il Paese a più celere passo di invecchiamento del mondo.

«L’Italia – evidenzia l’assessore alle politiche sociali Paolo Cascavilla riprendendo i dati esposti dal prof. Stefano Zamagni dell’Università di Bologna – è il primo Paese al mondo nella storia dell’umanità, in cui le persone oltre i 60 anni di vita sono più di quelli sotto i 20 anni. Gli ultrasessantacinquenni sono il 17,4 % contro il 12% negli USA, il 15,9% in Francia, il 16% nel Regno Unito. Di conseguenza anche l’età media subisce una continua impennata: nel 1975 era del 33,4%, nel 2000 il 40,6% nel 2025 si prevede arriverà al 50,9%. Nel Regno Unito oggi è del 38% e salirà nel 2025 a 43%».

Un primato per nulla invidiabile che comporta uno scombussolamento delle tradizionali politiche economiche e sociali. «Questo vuol dire – osserva Cascavilla – che altri Paesi hanno costruito politiche sulla natalità e investito sul lavoro per i giovani».

Un aspetto importante che emerge e che va opportunamente tenuto in conto, è quello della longevità attiva. «Le persone non invecchiano – annotano ai Servizi sociali – con gli stessi ritmi e con le stesse modalità. Avere 80 anni fra venti anni non sarà come averli oggi. Occorre – riflette Cascavilla – un cambiamento di cultura, una piccola grande rivoluzione, riscoprire il prossimo, la dipendenza reciproca, la vulnerabilità, il prendersi cura dell’altro. Il pianeta anziani ha molti aspetti ai quali si può rispondere in maniera creativa».
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