Matteo Di Bari fu ucciso per una rapina finita male

Settecento euro, una collana d'oro e un fusto di gasolio. Tanto valeva per i suoi assassini la vita di Matteo Di Bari, il 59enne che la sera del 5 nov

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Settecento euro, una collana d’oro e un fusto di gasolio. Tanto valeva per i suoi assassini la vita di Matteo Di Bari, il 59enne che la sera del 5 novembre fu ucciso nel suo garage a Manfredonia. Un omicidio efferato e brutale: l’uomo fu trovato in una pozza di sangue con mani e piedi legati. Aveva il cranio fracassato e un taglio alla gola. Un omicidio talmente crudele da far pensare a qualcosa in più di una rapina finita male. E invece il fermo di oggi dimostra proprio che si è trattato di questo. Sono stati fermati dagli uomini della Mobile e del Commissariato di Manfredonia i tre responsabili dell’omicidio, Francesco Giannella, 30 anni, Leonardo Salvemini e Ilario Conoscitori, ventenni, tutti di Manfredonia. Per loro si aggiungono anche le accuse di rapina e sequestro di persona in concorso. Il pm di Foggia, Rosa Pensa, che ha coordinato le indagini ha spiegato che tutto è stato scandagliato nelle prime ore successive al ritrovamento del cadavere, che la rapina era una pista, così come poteva esserlo un movente passionale. Quando è stato trovato un legame, un anello di congiunzione fra le due piste, la strada verso la verità è stata più rapida. Individuate le persone che frequentavano più assiduamente la vittima, è stato notato un giovane, Salvemini, che aveva frequentato Di Bari in più occasioni ed era stato anche nella sua abitazione. Il giovane risultava legato a frequentazioni singolari, come quella con Giannella, pregiudicato e responsabile di reati analoghi, eseguiti con le stesse modalità. I due sono stati attenzionati insieme a Conoscitore, che faceva parte del gruppo. I tre ideavano e programmavano rapine ai danni di esercizi commerciali e persone facoltose. Durante le indagini sono stati individuati riscontri forti sulla loro responsabilità nell’omicidio Di Bari. I tre il 30 novembre poi hanno rapinato una stazione di rifornimento di carburante e lì sono stati fermati in flagranza di reato. Una volta in Questura, dichiarati in arresto per la rapina, hanno capito di essere stati scoperti anche per l’omicidio e hanno confessato fornendo gli altri dettagli. L’esecutore materiale dell’omicidio è stato Giannella, che forse, poichè la vittima lo aveva riconosciuto, ha deciso di colpirlo con un piede di porco e ucciderlo.
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