Un mezzo prete e un pieno successo

Oggi c’è una bella storia da raccontare su Manfredonia, una storia di giovani e creatività, di arte e sinergie produttive, di cinema e amore per la pr

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Oggi c’è una bella storia da raccontare su Manfredonia, una storia di giovani e creatività, di arte e sinergie produttive, di cinema e amore per la propria terra. Una storia intitolata ‘U mìzze prèvete’.

Tratto dall’omonima commedia di Matteo Borgia, diretto da Vincenzo Totaro e realizzato dall’associazione Epok Theatre nell’ambito dell’iniziativa regionale ‘Bollenti Spiriti, il film è un “distillato di ‘sipontinità’”, come ha sottolineato il vicesindaco Matteo Palumbo, intervenuto insieme all’assessore Antonio Angelillis all’anteprima, svoltasi lo scorso giovedì 26 luglio presso la sede Miramare della Lega Navale di Manfredonia.

Occasione propizia è stata la serata iniziale della manifestazione ‘Corto e Cultura nella mura di Manfredonia’, organizzata dall’associazione ‘Angeli’ e giunta, quest’anno, alla sua 5a edizione.

Ho fortemente voluto ‘U mìzze prèvete’ ad aprire la nostra tre giorni dedicata al cinema –ha dichiarato Anna Rita Caracciolo, ideatrice e direttrice artistica dell’evento-, perché realizza appieno lo spirito della sezione D.O.C.S., ossia opere Di Origine Controllata Sipontina. Una vetrina sul nostro territorio e un gran bel film”.

Giudizio confermato anche dall’attore Gerardo Placido, presidente della giuria tecnica per la sezione ‘Cortometraggi’, che non ha lesinato complimenti sulle modalità con cui l’opera è stata diretta e interpretata.

Realizzato interamente a Manfredonia da maestranze sipontine, a partire dal regista agli attori, dai fotografi di scena agli aiutanti alla regia, dai tecnici audio agli operatori di ripresa, passando per sarte, falegnami, truccatrici, fino a giornalisti e segretarie di edizione, ‘U mìzze prèvete’ racconta quanto di buono c’è nella nostra città in termini di impegno, operosità e spirito di collaborazione. E Manfredonia si rivela, così, capace di mettere in circolo energie positive, mentre si racconta attraverso il mezzo cinematografico, strizzando l’occhio a quel passato che, sedimentato in usi e tradizioni, in sapere popolare e modi di dire, ci rende manfredoniani del XXI secolo.

Una città che si sa raccontare, ma si sa anche ascoltare: numerosissimo, infatti, il pubblico che ha seguito quest’anteprima applaudendo, ridendo e commuovendosi, un vero spettacolo dentro lo spettacolo.

Manfredonia, dunque, attrice e allo stesso tempo spettatrice di uno spettacolo legato al proprio vissuto: perché se le storie sono lontane nel tempo, diventano vicine nei racconti di chi le ha tramandate, trascritte o rivisitate, consolidando il sentimento di appartenenza a questa terra.

Perché, come diceva il grande compositore Gustav Mahler, “tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”.

 

 

Ufficio Stampa Epok Studios

Teresa La Scala
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