Su Baia dei Faraglioni nessuna irregolarità, solo abusi da Iurlaro e suoi mandanti”

Compagnia del Mare srl si vede costretta a ritornare sull’argomento Baia dei Faraglioni al fine di stigmatizzare la reiterata iniziativa mediatica

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Compagnia del Mare srl si vede costretta a ritornare sull’argomento Baia dei Faraglioni al fine di stigmatizzare la reiterata iniziativa mediatica tesa a dar risalto locale ad una “nuova” interrogazione urgente a risposta orale pretesamente avanzata dal senatore Iurlaro al Ministro della Giustizia”. Così esordisce la nota che la società ha inviato alla nostra testata per replicare agli ultimi interventi del parlamentare che, sulla vicenda, ha alzato il pressing sul governo nazionale.

“Trattasi di notizia “abusata” – secondo i membri della srl – della quale non si comprende la rilevanza pubblica, se non nell’ottica di condizionare procedimenti giudiziari in essere presso il Tribunale di Foggia paventando l’indebito esercizio di prerogative politiche, delle quali tuttavia non è consentito l’abuso strumentale. Non si spiega diversamente la trasmissione a testate giornalistiche e/o televisive locali, della “notizia” da parte del senatore interessato basata su argomentazioni ripetitive e volutamente parziali, costituenti stralci di argomentazioni difensive della società Vittoria srl, già confutate in toto nella naturale sede giudiziaria all’esito della quale, con motivazioni ineccepibili ed esaurienti sia in fatto che in diritto, sono state rigettate dal Tribunale di Foggia con provvedimento attualmente al vaglio dei Giudici del reclamo del quale si tenta di condizionare l’esito”.

“Continuare ad invocare l’intervento del Ministro – si legge ancora nella nota – affinché voglia ‘…chiarire e verificare se presso l’Ufficio Giudiziario di Foggia tutto si svolga in maniera regolare…’, oltre che costituire una indebita ingerenza del potere politico in quello giudiziario, determina l’insorgere di infamanti ed ignobili sospetti sull’amministrazione della giustizia nel Tribunale di Foggia ed integra diffamazione aggravata dal mezzo della stampa in danno di Compagnia del Mare srl che dalle calunniose affermazioni a sé riferibili, sta ricevendo danno alla propria immagine ed alla propria onorabilità, acquisite dopo anni di esercizio di molteplici attività turistico-ricettive nel territorio mattinatese con risultati lusinghieri e con l’apprezzamento unanime dei numerosissimi clienti oltre che degli altri operatori del settore.

Per contro non pochi dubbi genera l’insolito “attivismo” del senatore Iurlaro – soggetto pressochè sconosciuto ai più in terra di Capitanata e che non si distingue per indice di produttività tra i suoi colleghi (si colloca al 290° posto, su 315 senatori) – il quale improvvisamente si interessa così strenuamente di una questione estranea centinaia di chilometri dal suo collegio elettorale, presentando ben due interrogazioni orali al Ministro nell’arco di un mese. In concomitanza, guarda caso, di snodi processuali inerenti la vicenda, ergendosi così ad ennesimo difensore della società Vittoria srl, aggiungendosi agli altri quattro difensori che la rappresentano in sede giudiziaria, dei quali fa proprie le tesi, come detto già confutate e rigettate dal primo giudice.

Vien da chiedersi: qual è l’interesse sotteso al reiterato abuso di potere perpetrato dal senatore Iurlaro in favore di Vittoria srl? Come mai un politico non espressione del collegio elettorale garganico e senza alcuna competenza specifica in tema di giustizia – risulta componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali – si presta al gioco di potere in favore di Vittoria srl, senza farsi scrupoli di diffamare Istituzioni e soggetti privati, offendendone la dignità e l’onorabilità, servendosi come cassa di risonanza di alcuni organi di stampa locale? Insieme ai suoi mandanti ed a tutti i corresponsabili che contribuiscono alla diffusione dell’ignobile e diffamante “notizia” – concludono dalla società Compagnia del Mare -, saranno chiamati a renderne il conto sia in sede penale, che risarcitoria civile”.

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