Freddato sotto casa. La fine di Gentile

I clan del Gargano sono tornati a colpire e lo ha fatto ancora una volta il 21 marzo, proprio nella giornata in cui si celebra la legalità e si ricord

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I clan del Gargano sono tornati a colpire e lo ha fatto ancora una volta il 21 marzo, proprio nella giornata in cui si celebra la legalità e si ricordano le vittime innocenti delle mafie. Esattamente un anno fa a Vieste, si verificò l’agguato ai danni del boss di Vieste, Marco Raduano, rimasto vivo per miracolo, mentre il 21 marzo 2017 rimase ucciso a Monte Sant’Angelo, Giuseppe Silvestri. Stavolta intorno alle 20, ignoti hanno ammazzato Francesco Pio Gentile detto “rampino” o “passaguai”, 51 anni, uomo di punta del clan Romito, storico alleato di Mario Luciano Romito, quest’ultimo eliminato nella strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017.

Gentile

Gentile è rimasto ucciso sotto casa sua, a due passi dal mattatoio di Mattinata, la “farfalla bianca del Gargano”, centro nevralgico degli affari dei Romito con Manfredonia. Ignoti lo hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco, 3 o 4 i colpi esplosi dai killer contro la vittima, deceduta sul colpo. In un’immagine scattata dall’alto, si vede l’uomo riverso a terra senza vita, a gambe divaricate nei pressi del marciapiede. Sul caso indagano i carabinieri.

“Rampino” era ben noto agli inquirenti soprattutto per due operazioni contro la criminalità garganica, la prima “Età Moderna”, la seconda “Ariete”. Insieme a Francesco Scirpoli era ritenuto a capo della famiglia Romito nell’area mattinatese.

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