Mons. Castoro al Papa: "Grazie perchè si è chinato sulle ferite di chi soffe"

Nonostante i problemi di salute che lo attanagliano da qualche mese, l'arcivescovo di Manfredonia -Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro

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Nonostante i problemi di salute che lo attanagliano da qualche mese, l’arcivescovo di Manfredonia -Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro non è voluto mancare al grande evento di oggi: la visita di Papa Francesco sul Gargano. Fu proprio Castoro nel 2016 ad annunciare l’arrivo di Francesco a San Giovanni Rotondo. Al termine della messa, l’arcivescovo di Manfredonia ha voluto ringraziare il Papa. “In questi anni lei ci sta facendo vivere una nuova stagione ecclesiale, una nuova primavera dello Spirito, ha riaperto le finestre del nostro cuore per far entrare aria nuova, ha riaperto soprattutto alcune pagine del Vangelo, per farci risentire la freschezza della tenerezza di Dio e la carezza della sua misericordia. Grazie per essersi fatto pellegrino a San Giovanni Rotondo”, ha proseguito Castoro: “La sua presenza ci conferma nella fede, ci sprona alla carità, ravviva in noi la speranza di un futuro migliore!”. “Grazie perché, ancora una volta, si è chinato sulle ferite di chi soffre, soprattutto dei nostri bambini ammalati e delle loro famiglie, recandosi nel reparto di oncoematologia pediatrica, in continuità con la sua enciclica dei gesti che ogni giorno ci presenta la Chiesa come la “locanda del buon samaritano”, le parole dedicate dal vescovo al modo in cui il Papa ha scelto di iniziare la sua visita a San Giovanni Rotondo: “Grazie perché sta manifestando la sua amorevole paternità verso i giovani, qui ben rappresentati. Li ha voluti al centro dell’attenzione della Chiesa in occasione del prossimo Sinodo dei vescovi, perché li porta nel cuore”. “Tutti ci sentiamo interpellati da questa scelta prioritaria del suo pontificato”, ha assicurato Castoro: “Grazie per la premura e l’affetto che ha voluto manifestare verso la mia persona, in special modo in questo periodo segnato dalla fragilità della malattia. La comunione con la sua persona, Santo Padre, mi fa avvertire ancora di più la Chiesa come una famiglia, come una casa per il sollievo della sofferenza”.

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