PER FRATELLI D’ITALIA ANCORA UNA TEGOLA

PERIL PARTITO di Giorgia Meloni, “Fratelli d’Italia”, questa appena archiviata competizione elettorale per l’elezione di sindaco e consiglieri comun

Cessione Iveco ai cinesi, sindacati e lavoratori preoccupati.
Messaggio per la festa della Madonna di Siponto 2021 di Padre Franco Moscone
Direttivo Confcommercio Manfredonia
PERIL PARTITO di Giorgia Meloni, “Fratelli d’Italia”, questa appena archiviata competizione elettorale per l’elezione di sindaco e consiglieri comunali, non è stata una prova facile. Anzi. Una serie di diatribe interne ha sconquassato un partito che pure contava un discreto seguito. Indeciso su quale coalizione convergere, ha finito, dopo un tira e molla, per far parte del lotto di sostenitori del candidato di centrodestra poi eletto sindaco Giani Rotice. Alla prova dell’urna si è presentato spaccato, con una lista incompleta. Eletto è risultato il solo Adriano Carbone, commissario di quel partito.
PAREVA che la tranquillità fosse finalmente arrivata e stabilizzata. Invece no. È piombata come improvviso tsunami, la notizia della presenza del consigliere comunale appena eletto e commissario di FdI, Adriano Carbone, nella lista di 48 persone indagate e citate nell’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari, Marco Galesi, a seguito del maxi blitz “Omnia Nostra” di DDA e carabinieri del Ros che ha portato altresì all’arresto di 32 persone. Gravi e circostanziati i reati contestati aggravarti dal metodo mafioso in quanto finalizzati ad agevolare l’attività dei gruppi mafiosi operanti nei territori di Manfredonia, Mattinata, Macchia e Vieste. Nomi eccellenti che da anni, forse decenni, condizionano le attività economiche e tutto quello che è necessariamente connesso, politica non esclusa come attesta lo scioglimento dei comuni di Monte Sant’Angelo, Mattinata, Manfredonia appunto per mafia.
NATURALMENTE la Magistratura proseguirà nella sua attività di lotta al malaffare e alle sue complicità, quel che oggi preoccupa a Manfredonia è il coinvolgimento, sia pure in forma cautelare, di un consigliere comunale appena eletto (ma potrebbero esserci altri risvolti). Queste elezioni e dunque la conseguente amministrazione come scaturita dalle urne, hanno avuto quali riferimenti imprescindibili la legalità e la trasparenza. Nella completa convinzione che Adriano Carbone saprà fare chiarezza sul suo coinvolgimento in un blitz anti mafia, è necessario sgomberare il campo da ogni pur labile sospetto. Ancor più in questa fase di abbrivio di una nuova formazione di governo. La città è reduce da disastrose vicende politiche-amministrative-giudiziarie che hanno minato dalle fondamenta la credibilità di una popolazione che di quelle vicende è la prima inconsapevole vittima. Non può permettersi divagazioni di sorta. Occorre pertanto tassativamente riportare su Palazzo San Domenico legalità e trasparenza e dunque eliminare ogni velo di dubbio sull’operato di una amministrazione peraltro ancora in formazione.
L’ANNUNCIATA composizione della nuova giunta non ha convinto; ha anzi suscitato dubbi e sospetti che sono naturalmente tutti da verificare. Ma ci sono dei rilevatori oggettivi che non rassicurano. Da più parti delle opposizioni sono arrivare critiche sulla scelta degli assessori e più in particolare sulla distribuzione delle deleghe poco o niente affatto coordinate se non squilibrate. Peraltro ci sarebbe qualche posizione di incompatibilità tutta da verificare.
IL LAVORO che attende il governo cittadino è arduo aggravato dalla situazione di partenza disastrosa che lascia pochi spiragli alla fantasia, è pertanto perentorio partire col piede giusto almeno dal punto di vista organizzativo.
Michele Apollonio

 

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